Si può amare Cristo senza la Chiesa, appartenere a Cristo senza la Chiesa, essere cristiani rinunciando alla dimensione ecclesiale senza andare incontro ad un’assurda dicotomia?[1] Egli «ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei» (Ef 5,25). Per quale motivo? È detto: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto» (Mt 9,15).
Chi è lo sposo? «Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa» (Gv 3,29). Non si dà sposo senza sposa. Sposo è “sposo di”, è correlativo a sposa, indica una relazione. Qualcheduno si può definire sposo solamente in riferimento a una sposa, e viceversa; in riferimento a un rapporto sponsale. Se non vi fosse, non vi sarebbe né sposo, né sposa. Vi sarebbero un celibe e una nubile.
«Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne» (Mt 19,5). «Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa!» (Ef 5,31-32). «Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto» (Mt 19,6).
Sicché «l’Onnipotente, avendo preso in sposa una debole e l’eccelso una di bassa condizione, da schiava ne ha fatto una regina e colei che gli stava sotto i piedi la pose al suo fianco. Uscì infatti dal suo costato, donde la fidanzò a sé»[2]. Per questo «lo sposo ha dato tutte le cose sue alla sposa, e lo sposo ha condiviso tutto quello che era della sposa, che pure rese una cosa sola con se stesso e con il Padre»[3]. Per questo infine “coniugi”, congiunti sotto lo stesso giogo. «Prendete» allora «il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero» (Mt 11,29-30).
Su questa pietra
«E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa» (Mt 16,18). Cristo stesso edifica la sua Chiesa ponendo Simone, cui a motivo di ciò è imposto il nome di Pietro, a fondamento dell’edificio spirituale di cui Egli tuttavia resta pietra d’angolo: «Avvicinandovi a lui, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale» (1Pt 2,4-5), costruiti peraltro sui basamenti dei dodici apostoli.
Ove poi: «a te [Pietro] darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli» (Mt 16,19). È trasmessa la potestà verace d’autorità per il servizio del popolo di Dio, magisteriale e disciplinare.
D’altronde poteva aver Cristo lasciati sguarniti i suoi da una guida stabile e sicura che trasmettesse e custodisse la Rivelazione, la Tradizione apostolica, il Vangelo di salvezza? Quale garanzia se ciò fosse stato in balìa del solo arbitrio di tutti e di ciascuno? Ogni trasmissione si sarebbe corrotta poco dopo esser nata, disgregata poco dipoi l’Ascensione, divorata da imperi e potenze di questo mondo e dell’aria. Non fosse stata e fosse, con l’assistenza di Dio, custodita dalla Santa Chiesa.
Un solo corpo
«Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra» (1Cor 12,27): «Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa» (Col 1,18). Allo stesso modo «Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5). Lo sposo e la sposa, capo e corpo, sono una sola carne, un solo corpo mistico. Cristo e la Chiesa sono un tutt’uno[4], un solo “Cristo totale”, animato e reso uno dallo Spirito Santo.
Bruna sono, ma bella
«Credo la Chiesa […] santa»[5]. «La stessa Chiesa, depositaria della benedizione, è santa e composta di peccatori»[6], come è possibile? «Mentre Cristo “santo, innocente, immacolato”, non conobbe il peccato, ma venne allo scopo di espiare i soli peccati del popolo, la Chiesa che comprende nel suo seno i peccatori, santa e insieme sempre bisognosa di purificazione, incessantemente si applica alla penitenza e al suo rinnovamento»[7], laddove la zizzania crescerà insieme al grano fino al momento della mietitura (Mt 13,24-30; Mt 13,36-43).
Perciò «non voler […] smembrare il capo dal corpo. Il Cristo non sarebbe più tutto intero. Cristo infatti non è mai intero senza la Chiesa, come la Chiesa non è mai intera senza Cristo. Infatti il Cristo totale ed integro è capo e corpo ad un tempo»[8].
[1] Cfr. Paolo VI, Esortazione apostolica Evangelii Nuntiandi, 16.
[2] Isacco della Stella, Discorsi, disc. 11.
[3] Ibid.
[4] Cfr. Santa Giovanna d’Arco, Dictum: Procès de condamnation.
[5] Credo niceno-costantinopolitano.
[6] Benedetto XVI, Omelia nella solennità della Epifania del Signore, 6 gennaio 2008.
[7] Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen Gentium, 8.
[8] Isacco della Stella, Discorsi, disc. 11.