Il tempo di Avvento ci proietta con il pensiero verso il Natale, ma la destinazione di questo cammino, per quanto foriera di gioia e di speranza non può fare passare in secondo piano il cammino che dobbiamo compiere. Di questo tempo particolare di grazia, di attesa e speranza abbiamo parlato con il Vescovo di Ivrea, monsignor Edoardo Cerrato che ha condiviso con noi le sue riflessioni.
Siamo in un tempo molto particolare: l’Avvento che ci porterà al Natale, in che modo possiamo vivere proficuamente questo tempo di attesa poter poter accogliere nel cuore il Signore che viene?
Mi piace pensare all’Avvento come ai vetri colorati e tersi dei grandi rosoni delle cattedrali medievali che gettano fasci di luce dentro alla chiesa. Allo stesso modo, l’Avvento insiste a farci vedere la luce che viene da oltre il nostro ambito. L’Avvento è uno sguardo che si alza verso l’Oltre; è un’attesa dell’arrivo del Signore Gesù bambino a Betlemme che riviviamo nella liturgia, ma anche l’arrivo ultimo e definitivo, quando Egli verrà a giudicare i vivi e i morti e il suo regno non avrà fine, come diciamo nel Credo. È una stagione limpida, tersa, breve, ma con un contenuto grandissimo.
Qual è l’atteggiamento che l’Avvento ci chiede?
La preghiera, il silenzio, il rimanere svegli, come Gesù ci chiede con insistenza in questo periodo, ossia di non lasciarci sopraffare dal sonno, dalle ubriachezze, dagli affanni della vita. È questo ci aiuta a guardare l’essenziale. l’essenziale è Lui che è venuto e che viene continuamente nei Sacramenti, nella Sua parola e che verrà alla fine dei tempi.