Che cos’hanno in comune Renato Rascel, padre Fabio Gragnano e Nostradamus? Apparentemente nulla, ma in realtà ci richiamano tutti e tre alla realtà del limite. Rascel, con la sua ironia, ci presenta personaggi goffi, spesso anche in un apparato scenico altrettanto goffo, o comunque senza pretese, quello degli sceneggiati. Padre Fabio ci insegna la definizione aristotelica del limite come accidente della quantità. Nostradamus infine, e anche Malachia, fantomatico autore della profezia dei papi, ci ricordano che tutto avrà la sua fine, sia gli imperi che la stessa storia: come l’impero romano sorse da Romolo e finì in Augustolo, così anche l’imponente storia aperta dall’arrivo a Roma di Pietro si consumerà in uno speculare Pietro Romano alla fine dei tempi.

Pare che Albert Einstein abbia dichiarato: «Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana; ma sull’universo potrei sbagliarmi». Effettivamente, padre Gragnano ci insegna che, filosoficamente, l’universo non può che essere finito, forse anche chiuso. Invece, l’ignoranza e il potere militare hanno sempre dominato la scena di questo mondo con la loro apparente invincibilità. Ma noi continuiamo a sperare, per questo mondo la conversione dell’uomo alla coscienziosità, e, per quello futuro, l’«innalzamento degli umili».

 

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fr. Stefano Prina
Lombardo, nato e cresciuto fra i rami del lago di Como, ha frequentato il liceo classico A. Volta di quella città, percorso comunicazione, dove ha imparato ad amare il greco – è un appassionato lettore dei vangeli nella loro forma originale – e le lingue in genere, non ultimo il proprio dialetto brianzolo. Ha poi recitato, all’età di 19 anni, il suo primo “Addio ai monti” per trasferirsi presso il Seminario ambrosiano di Seveso, ex convento domenicano e luogo in cui Carino da Balsamo col suo falcastro dava la morte a S. Pietro primo martire domenicano. Discernendo poi una chiamata più speciale, è entrato nell’Ordine dei predicatori. Ha emesso la sua prima professione religiosa il 3 settembre 2016. Baccelliere in filosofia, prosegue il suo studio della teologia. Per contattare l'autore: fr.stefano@osservatoredomenicano.it

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