Dinanzi al dolore occorre essere forti. Ma come impariamo ad esserlo? Maria, la Madre forte al Calvario, ci indica la via. Dobbiamo trasformare il dolore in preghiera.

Dinanzi alla sofferenza e al dolore possiamo reagire in due modi diversi.

  1. Facendo del dolore una domanda a Dio. Esso si affaccia al nostro animo prendendo le sembianze di un “perché”? Siamo noi che rivolgiamo a Dio questo interrogativo, spesso accompagnato da stati interiori burrascosi ed oscuri.
  2. Facendo del dolore una risposta. La Madre forte al Calvario invece, rovesciando i nostri criteri umani, ha concepito questo dilemma non come domanda dell’uomo a Dio ma come richiesta appassionata di Dio all’uomo. In questo modo il suo stare sotto la Croce del Figlio è divenuto preghiera, risposta fiduciosa al Signore.

La Vergine ha così incarnato in modo eminente quanto recita il celebre Salmo 129, «Dal profondo a te grido, o Signore; Signore ascolta la mia voce» (Sal 129,1-2).

La sofferenza diventa via per addentrarsi in noi stessi, per guardare con coraggio il nostro cuore piagato dal peccato e dal male, per gettare le nostre maschere e porci in un atteggiamento autentico dinanzi a Dio. Da questo profondo nasce così il «grido» cioè l’autentica preghiera perché supera la pura razionalità e ci apre verso l’autenticità dell’essere.

Il mistero più oscuro della fede, la passione e morte di Gesù, è nello stesso tempo il segno più chiaro di una speranza che non ha confini. Cristo con la sua morte è «disceso all’inferno», ha oltrepassato la porta della solitudine, ed è disceso nel fondo irraggiungibile e insuperabile della nostra condizione di solitudine. In questo profondo sgorga la sua preghiera redentiva.

Non sarà la forza delle nostre argomentazioni a vincere la paura di attraversare quel bosco tetro che è la morte ma la certezza di attraversarlo accompagnati e sorretti da Colui che «ci ha amati per primo» (1 Gv 4,19).

Anche Maria, sotto la Croce del Figlio, immergendosi nell’abisso del dolore di Gesù, trasforma il suo dolore in preghiera, associandosi alla salvezza del mondo.

Chiediamo alla Vergine la grazia di accettare le nostre croci e di trasformale in preghiera. Il nostro grido sarà ascoltato ed esaudito dal Padre.

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fr. Daniele Cassani
Cresciuto all’ombra della “Bela Madunina” di Milano dal 1985. Da sempre incorreggibile appassionato interista. Nel 2012 ho fatto il mio ingresso nell’Ordine Domenicano e nel 2016 ho emesso la professione solenne. Dopo il triennio filosofico ho iniziato gli studi teologici, coltivando l’interesse per la teologia spirituale. Il 7 settembre 2019 sono stato ordinato Sacerdote.

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