La carità verso il nostro prossimo è il termometro del nostro amore per Dio. Nel precedente articolo abbiamo visto 5 semplici consigli per affinare il nostro rapporto con il Signore. Presentiamo ora 5 suggerimenti per progredire, in questo pellegrinaggio quaresimale, nell’amore verso i nostri fratelli.
- Cerca penitenze che non mortifichino gli altri. Se, per esempio, il tuo rinunciare ad un pasto ti rende particolarmente nervoso e suscettibile, sii equilibrato. La carità viene prima di tutto!
- Non spargere il gas tossico della mormorazione; non avvelenare l’aria che gli altri devono respirare! Un giorno padre Pio disse ad un penitente: “Quando tu mormori di una persona vuol dire che non l’ami, l’hai tolta dal tuo cuore. Ma sappi che, quando togli uno dal tuo cuore, con quel fratello se ne va anche Gesù”.
- Prenditi cura di chi ti sta vicino incominciando dal tuo ambiente famigliare, lavorativo e comunitario. Ti senti inappagato? Ricorda che “Quando, dopo aver donato tutto, non ricevi nulla in cambio, lì incomincia l’amore” (Antoine De Saint Exupery).
- Contempla il bene negli altri e non i loro difetti. Assumi uno sguardo sintetico e non analitico. “Non spaccare il capello in quattro” ma valuta le persone nel loro complesso. Omnia munda mundis! Tutto è puro per chi ha il cuore puro!
- Impara a dialogare. Se vuoi essere gradito alle persone che incontri, parla loro di ciò che le interessa e non di ciò che interessa a te. Parlare con l’altro è anzitutto ascoltare!
Il nostro sguardo di fede è spesso malato: vediamo bene da lontano, ma quanta fatica facciamo a mettere a fuoco chi ci sta vicino! San Giovanni, da “buon oculista dell’amore” ce lo ricorda: “Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede” (1 Gv 4,20). Approfittiamo dunque di questo periodo quaresimale per aumentare le nostre “diottrie spirituali”!