Filo-jedi o filo-sith?

Io sono un Sith. Cosa, un frate? I Sith sono i malvagi, gli omicidi e i seguaci del lato oscuro! Anzi vi dirò di più: un cristiano non può essere che un Sith. Un cristiano malvagio? È vero, l’autore di Star Wars, Geroge Lucas, è filo-jedi e i signori oscuri sono nettamente i cattivi. Tuttavia gli stereotipi hanno spesso e volentieri il retrogusto dell’allegoria. Vi è allora da chiedersi: il Sith è malvagio perché è un Sith o è Sith perché malvagio? Cioè questi ‘lord’ sono ‘oscuri’, perché oscuro è ciò che rappresentano o sono la semplice personificazione del male?

Ma prima di tuffarci in questa domanda, è bene chiarire alcuni concetti: siamo nell’universo cinematografico di Star Wars, dove il mondo è governato da un’energia vitale: la Forza, composta da due lati, uno chiaro ed uno oscuro. Le persone che abitano immerse in questo principio si dividono in due: la gente comune, passivi rispetto alla Forza, e uomini capaci di interagire con essa. Alcuni interagiscono col lato chiaro, i Jedi. Altri con quello oscuro: i Sith. I due ordini, presentati come una sorta di monaci, si combattono ferocemente. Fra i primi nasce una profezia: un giovane porterà equilibrio, questo giovane è Anakin Skywalker (Anakin Pellegrino-dei-cieli), allievo di Obi-Wan Kenobi. Ma egli rimane sedotto dal lato oscuro, attraverso un maestro Sith: Palpatine, detto Darth Sidious. Anakin cambia nome in Darth Fener (che significa con alcune modificazioni padre oscuro). Cosa significa però essere un discepolo del lato oscuro?

L’eresia Sith

Darth Fener: Niente prediche, Obi-Wan. Io vedo oltre le bugie dei Jedi. Non temo il Lato Oscuro come voi. Ho portato pace, libertà, giustizia, e sicurezza nel mio nuovo impero!
Obi-Wan Kenobi: Il tuo nuovo impero? (…) Anakin, la mia devozione va alla Repubblica, alla democrazia!
Darth Fener
: Se non sei con me, sei mio nemico.
Obi-Wan Kenobi
: Solo un Sith vive di assoluti. Farò ciò che devo.

Solo un Sith vive di assoluti”, quel solo ha il gusto di una differenza specifica (ad es.: fra gli animali solo l’uomo è razionale). Ciò che fa di un uomo un Sith non è una vita di malvagità, ma una vita di assoluti. Del resto non sono né pace, né giustizia a dividere i due ordini (tanto che Anakin si definisce un liberatore), né alcun altro contenuto particolare, ma la forma: assolutismo contro relativismo, impero contro repubblica.

Così solo un Sith può dire: “Se non sei con me, sei mio nemico”. Si noti che non si dice il contenuto di questo ‘me’, ma solo la posizione di una radicalità che fa eco al Vangelo di Marco al capitolo 12: “Chi non è con me, è contro di me”. Per tale ragione la definizione parla di assoluti al plurale, perché non è importante che cosa si assolutizza, ma l’assolutizzare qualcosa: ecco il tratto Sith, quello che porta un uomo addirittura a cambiare nome: “D’ora in poi sarai chiamato con il nome di Darth Fener” (un altro eco evangelico).

I Sith sono eretici, quindi, perché l’unica eresia per un relativista è l’assolutismo e i Jedi sono eretici per i Sith perché fanno del relativo il loro assoluto. Ecco che allora la malvagità dei signori oscuri è retorica, una veste rappresentativa in vista di una morale del film: credere in un assoluto, implica essere malvagi. Perché? Per un’idea assoluta, ad esempio, si può cancellare un popolo come ci ha insegnato tragicamente il Nazismo.

La radice di questa nettezza, però, è nel cuore stesso dell’uomo. Anakin dice: Mi sta accadendo qualcosa, non sono il jedi che dovrei essere. Voglio di più… e so che non dovrei”. Il desiderio di infinito, espresso da quell’irrequieto di più, è una domanda di assoluti. Se priva di senno, fagocita tutto. Si può negare? No, ma si può moderare. Questa è la filosofia orientaleggiante dei jedi: relativizza l’infinito e sarai in pace col finito. Tuttavia constatare la pericolosità della domanda, non significa ancora rispondervi.

Io sono Sith

In fin dei conti l’eresia dei darth è l’eresia dell’uomo. Tutti hanno un desiderio di infinito, tutti quindi sono un’infinita povertà che vaga assetata di qualcosa che la totalizzi: di qui la dottrina sulle passioni dei Sith, volta ad esaltarle sempre fuori dai limiti come ricerca dell’illimite; di qui il lato oscuro che mostra come l’uomo desiderante abbia in sé il volto dei buchi neri. Questo, però, non risponde ai ragionevoli timori del lato chiaro: meglio essere meno umano che omicida. Meglio il limite, piuttosto che la follia. Un assoluto esige, infatti, di essere fanatici (e così ci appaiono i signori oscuri). Del resto, di fronte ad un assoluto tutto è sacrificabile, anche il prossimo, e Palpatine lo dimostra con lo sterminio dei bambini al tempio jedi.

Quello che, però, né Lucas, né Anakin, né Obi-Wan hanno potuto capire davvero, è che quell’Assoluto potesse sacrificarsi per l’uomo, rendendolo quindi non più sacrificabile, ma sacro. Non solo, se Cristo è morto per tutti (Cfr CCC 616), allora quel chi non è con me, è contro di me (mio nemico) si trasfigura e completa in un chi non è contro di noi è per noi (Mc 9, 40). L’unico fanatismo che rimane, dunque, è quello della carità: ama il tuo nemico come te stesso, perché Dio lo ama come Se Stesso sino a dare la Vita per lui. E così il cristiano è Sith, l’unico Sith che abbia senso di esistere. Infatti, come direbbe la lettera ai Galati, il cristiano è colui che vive di Assoluto, perché non è più lui che vive, ma l’Assoluto vive in lui.

Leggi gli altri articoli su Star Wars: Un filo rosso sangue (seconda parte) e La leggenda di Darth Plagueis (terza parte).

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fr. Pietro Zauli
Chi sono? In verità non ne so molto più di voi. Del resto, vivo anche per scoprirlo. Ma giustamente chi legge questo genere di presentazioni, si attende una sfagiolata di dati anagrafici. Essia! Sono nato all’Ospedale Maggiore di Bologna quel glorioso 9 settembre del 1994 (glorioso per ovvie ragioni). Chi non mi ha mai veduto senza barba, ipotizza che mi trassero dal ventre di mia madre proprio tirandomi dalla barba… inquietante, ma non smentirò questa leggenda. Frattanto in questi 25 anni di vita ho frequentato il liceo scientifico Malpighi, mi sono appassionato a Tolkien, alla Filosofia, alla Poesia medioevale e novecentesca, infine alla cinematografia, su cui amo diffondermi in raccolte meditazioni crepuscolari. Cosa ho compreso saldamente? Ad una sola vita, un solo modo per viverla. Per questo appena conseguita la maggiore età, ho fatto domanda di entrare nell’Ordine dei Frati Predicatori. Attualmente mi nutro di studi di San Tommaso, di spiritualità e di metafisica (sto affrontando un densissimo filosofo Polacco, Przywara … la pronunciabilità del nome è direttamente proporzionale alla sua chiarezza). Per contattare l'autore: fr.pietro@osservatoredomenicano.it

5 COMMENTS

  1. Bellissimo articolo, ed ottima interpretazione del pensiero della saga. Una cosa mi chiedo: io da cristiano, forse banalmente, mi sono sempre sentito attratto da quell’amore verso la vita che i Jedi professano ( noi Jedi siamo spronati ad amare.) e penso che ridurli a semplici relativisti sia riduttivo vista la radicalita’ di un simile pensiero. Forse l’assoluto dei Jedi è mitigato da quella misericordia che li spinge a costruire ponti e non muri, ad amare oltre le scelte dell’altro ( Luke lo dimostra). Mi interesserebbe una riflessione su questo, è su di un altro punto: come mai i Jedi, pur essendo in possesso della verità, sembrano non sentire il bisogno di trasmetterla ( tanto che bastano trent’anni di dittatura per dimenticarli)? Grazie e scusate per gli sproloqui da fan di Star Wars.

    • Emmanuele, ti ringrazio profondamente per il tuo articolato commento che mi ha dato l’occasione di riflettere nuovamente su uno dei capolavori della cinematografia occidentale. Partiamo dalla provocazione che ci hai offerto: esiste una qualche via per rivalutare i Jedi? Hai ragione, non si può dire (né io intendo farlo) che i Jedi siano solo dei relativisti.

      Essi esprimono un complesso di valori che tutti condividiamo: amore, sacrificio, saggezza, pace e misura. Cos’è che rende la natura Jedi così innamorata della vita, come acutamente diresti tu? Una posizione che rinuncia agli assoluti. Il problema della velata dottrina iscritta nei Jedi non è la celebrazione di “quella misericordia che […] spinge a costruire ponti e non muri”. Il problema è credere che per avere quella misericordia si debba rinunciare ad una vita di assoluti. Presentato sotto gl’ombrosi mantelli Sith, l’idea di un assoluto è descritta come ciò che non lascia spazio ad altro: un assoluto è geloso. Nulla gli è pari. In definitiva la morale Jedi è questa: desideri il dialogo con gl’altri, la pace con gl’altri? Rinuncia a ritenere assoluta la tua posizione.

      Emmanuele, la maggior parte dei valori che i Jedi esprimono vanno salvati. Tuttavia, davvero rinunciare ad un assoluto è garanzia di tutti quei beni? Penso di no. Chi nega l’esistenza di un assoluto, rende tutto contingente e relativo. In due parole? Il caos. Esiste un assoluto che non escluda gli altri, ma che li includa? Che non recida il dialogo, ma che lo richieda? La mia risposta è sì: l’unico possibile è Cristo. Un Dio che muore per tutti, ha incluso tutti. Perciò, quell’amore alla vita che ti affascina, Emmanuele, è frutto della sequela di un assoluto.

      “Come mai i Jedi, pur essendo in possesso della verità, sembrano non sentire il bisogno di trasmetterla?” Risponderei così: se da un lato i Jedi cercano di salvaguardare la pace di tutti, ad esempio custodendo la Repubblica, dall’altro conducono una vita inaccessibile ai più. Come mai? Nel mondo di Star Wars tutto è mosso dalla Forza, le cui particelle fondamentali sono i midichlorian. C’è chi ne possiede di più e chi di meno. È un fatto biologico e naturale: un Jedi ha un’alta concentrazione di midichlorian [Cfr. La Minaccia Fantasma], che gli consentono di sviluppare un’intimità con la Forza inaccessibile alla gente comune. Per questo non ha senso predicare le arti Jedi. Ha senso trovare degli eletti.

      Per un cristiano, invece, il principio di elezione non è una certa molecola della
      natura che hanno solo alcuni. Al contrario, è la trasfigurazione di tutta la
      natura [“noi aspettiamo cieli nuovi e una terra nuova” (2 Pt 3, 13)] per mezzo di un principio che le è assolutamente superiore: la Grazia. La predicazione di viene importante nel momento in cui è un mezzo per rendere le persone più docili all’azione di Dio.

      Ti ringrazio ancora Emmanuele per quanto hai scritto, qualsiasi domanda tu abbia contattaci pure, anche qualora tu desiderassi proporre un film da commentare. Continua a seguirci! (Gli articoli su Star Wars non sono finiti…)

      fr Pietro

  2. Ho letto. Io ero giunto ad altre conclusioni. Mi piacerebbe parlarne, se ne hai voglia, tra coetanei. Come ti contatto?

  3. Sith o non sith questo è il è problema. :p
    L’articolo è interessante, ma questa è “accademia” visto che si tratta di una saga fantasy.
    Quindi prendendo dalla saga:
    Yoda: Corri! Si! Si! Il vigore di un Jedi scaturisce dalla Forza, ma attento al Lato Oscuro! Rabbia, paura, violenza: sono loro il Lato Oscuro! Veloci ti raggiungono quando combatti! Se anche una sola volta la strada buia tu prendi, per sempre essa dominerà il tuo destino! Consumerà te, come consumò l’apprendista di Obi Wan!
    Il leader fantastico dell’ordine Jedi avvisa anche che è “l’attaccamento” che bisogna evitare.
    E’ l’attaccamento che crea gli assolutismi.
    Chi è attaccato alla propria visione e non è assolutamente disposto al dialogo (come chi mette gli adesivi con su scritto che è cattolico e non vuole essere disturbato vicino al campanello della propria casa) è colui che rischia di diventare un Sith.

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