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Ah! Bene.
Bene che cosa?
È presto Natale.
Già, è vero, venti giorni e ci siamo, più o meno.
Bah! C’è altro a cui pensare quest’anno: guarda che situazione economica.
Eh sì, c’è chi ha perso il lavoro, chi non può tornare a casa, chi ha perso qualcuno di caro.
E poi c’è tanta incertezza, e la salute, e i progetti per il futuro…
Davvero: tante incognite, tante preoccupazioni! Anche questo Natale passerà…

Dio con noi

Non è impossibile, nelle nostre città, imbattersi di questi tempi in discorsi come quello riportato. E noi cristiani, come vivremo il prossimo Natale?

Ora, il Signore guarda con amore alla nostra quotidianità, bene o male che vada, non disdegna di stare con noi, tra le nostre fatiche e preoccupazioni, di essere nostro confidente e familiare.
Dunque, anche quest’anno, anzi forse quest’anno in modo particolare, per noi cristiani la festa di Natale sarà un’occasione di grande speranza e di rinnovato slancio.

Un Natale in cui gustare ancor più l’immenso dono di Cristo, nel suo primo avvento nell’umiltà della nostra natura umana, per riscoprire che «nel tabernacolo del grembo di Maria Cristo dimorò nove mesi, nel tabernacolo della fede della Chiesa sino alla fine del mondo, nella conoscenza e nell’amore dell’anima fedele per l’eternità»1.

Dio tra noi

«Si compirono per Maria i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio»2.
Un bambino dalle guance rosee e paffute. Sembra quasi impossibile: quel bambino è Dio!
Nasce Gesù: Dio, quel neonato che Maria e Giuseppe accarezzano, cullano, difendono dal freddo.

Lasciati stupire da tutto ciò: non permettere che la nebbia del “già sentito” abbia il sopravvento, quasi che si tratti della solita, stinta predica.
Ascolta l’irruento Agostino: «Ridestati, uomo: per te Dio si è fatto uomo. Svegliati, o tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà. Per te, ripeto, Dio si è fatto uomo. Saresti morto per sempre se lui non fosse nato nel tempo»3.

La delicatezza di Dio

Ma, quest’anno in particolare, ho tanti pensieri per la testa! Mi ribatterai.
Certo, lo so. Ma a Natale non devi gioire solo di un bel pensiero, per un contenuto dottrinale che giusto per un attimo distoglie dalle occupazioni abituali.
Piuttosto, sia anche per te, come per Maria e per Giuseppe, il Natale della delicatezza.

Dio si è fatto uomo! È un fatto, e di questo esultiamo anche quest’anno.
Egli ci ha usato la delicatezza di farsi delicato per ricevere le nostre concrete delicatezze.
Come? Mi chiederai.
Beh, questo che verrà potrebbe essere il Natale della delicatezza in tante, concretissime maniere, permettimi di suggerirtene alcune:

Delicatezza verso chi non crede, specie se amici o colleghi di lavoro, perché la mitezza e la tenerezza del nostro Dio possa sciogliere le resistenze del loro cuore, finalmente liberato da false immagini di un dio giustiziere e inflessibile, sempre e solo intento a punire e condannare.

Delicatezza verso i nostri anziani, talvolta sconsigliati o impossibilitati a partecipare alla Messa, con loro grande amarezza spesso.

Delicatezza verso tutti quelli che soffrono, per malattia, povertà o solitudine, e magari non possiamo neppure visitare: presenta con frequenza le loro fatiche al Signore, che si è fatto povero per arricchire noi; almeno prega che il Natale non li opprima sotto un’ulteriore cappa di sconforto.

Delicatezza verso chi si è tanto adoperato in questi ultimi mesi, specialmente chi sta tribolando per far quadrare i conti in famiglia e chi si è dato da fare con generosità per alleviare molte sofferenze.

Delicatezza verso i tanti sacerdoti, religiosi e religiose, non sempre giovanissimi, che in questi mesi si sono prodigati in maniera innovativa per far giungere a tutti la carezza di Dio e la voce della Chiesa. Fa’ in modo di festeggiare anche con loro: con una telefonata, con un pranzo insieme magari.

Delicatezza verso i nostri bambini, nipoti, fratellini che magari da parecchi mesi non vanno al catechismo, o non hanno potuto ricevere i sacramenti della Riconciliazione, della Cresima o dell’Eucaristia… Accompagnali davanti al presepe, racconta loro di Maria, di Giuseppe, dell’infanzia del Signore Gesù.

Delicatezza verso te stesso, che quest’anno potrai forse indugiare un po’ di più sui testi dell’ Ottava di Natale, la settimana che congiunge il 25 dicembre al 1° gennaio. Settimana peraltro impreziosita dalle feste della Santa Famiglia, del protomartire Stefano, dell’evangelista Giovanni, dei Martiri Innocenti, della Madre di Dio; un tesoro vastissimo di letture bibliche, orazioni, inni dal quale attingere a piene mani.

La delicatezza di Dio è la nostra forza

Vedi? Il nostro non è un tempo abbandonato da Dio.
Quello dei cristiani non è il fatuo ottimismo di chi rifugge ogni difficoltà, bensì l’entusiasmo di chi ha constatato che le promesse di Dio si compiono.

«Cristo volle essere un bambinello, volle essere un fanciulletto, affinché tu potessi diventare un uomo perfetto; egli fu stretto in fasce, affinché tu fossi sciolto dai lacci della morte; egli nella stalla, per porre te sugli altari; egli in terra, affinché tu raggiungessi le stelle; egli non trovò posto in quell’albergo, affinché tu avessi nei cieli molte dimore. «Da ricco che era», sta scritto, «si è fatto povero per voi, affinché voi diventaste ricchi della sua povertà». Quella indigenza è dunque la mia ricchezza, e la debolezza del Signore è la mia forza. Ha preferito per sé le privazioni, per aver da donare in abbondanza a tutti. Il pianto della sua infanzia in vagiti è un lavacro per me, quelle lacrime hanno lavato i miei peccati»4.

Mettiamoci in cammino anche noi, come i pastori nella santa notte, verso “Betlemme”, ossia verso la “casa del pane”: la casa del Pane vivo disceso dal cielo, che è Gesù stesso, il quale riposa volentieri nella greppia del nostro cuore ogni volta che lo riceviamo nell’Eucaristia.
Immensa delicatezza di Dio!


1 Beato Isacco della Stella, Discorsi, II lettura dell’Ufficio del II sabato di Avvento.

2 Lc 2,6-7

3 S. Agostino, Discorso 185, Sul Natale.

4 S. Ambrogio, Esposizione sul Vangelo secondo Luca, lettura dell’Ufficio ambrosiano della notte di Natale.

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Nato tra le maestose giogaie trentine nel maggio 1996, cresciuto tra i boschi e campi di un grazioso paesino dell’alta Valsugana (sì, quella della canzone degli alpini…), dopo la maturità scientifica, indeciso se entrare in seminario diocesano, si orienta infine alla vita claustrale delle bianche lane. Ha emesso professione semplice nel settembre 2019 e attende ai filosofici studi.