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Il cupo buio dei giorni invernali è stato spezzato: «è spuntato per noi il giorno»1! Tutte le città sono state accese a festa; i negozi e le strade sono stati addobbati a dovere per l’occasione; le nostre case sono state adornate per questo grande evento: il Natale del Signore.

Fin da piccolo non potevo che rimanere meravigliato, mentre mi fermavo a contemplare questo spettacolo unico. Tutto intorno a me pareva riempirsi di un’attesa, l’attesa di un avvenimento che avrebbe trasformato definitivamente quella notte.

Ricordo quella volta che, carico di questa aspettativa, afferrata la mano di mio padre, mi avventurai per andare verso la chiesa, là dove avrei potuto finalmente incontrare il compimento di questa attesa. Però, ciò che trovai non fu come me lo immaginavo: mi aspettavo un grande sovrano, un grande uomo, qualcuno che mi avrebbe lasciato senza fiato; invece trovai solo un altro bambino come me. Anzi, non come me, ma ben più piccolo e più fragile di me! Stupito e perplesso mi voltai verso mio padre e lo guardai perché mi spiegasse lui ciò che io non riuscivo a comprendere. Mio padre, allora, mi guardò, si abbassò verso di me e disse: «Vedi Paolo, il bambino che noi oggi adoriamo, è Dio. Quel neonato che vedi lì indica proprio questo: Dio, nel suo immenso amore per noi, si è fatto uomo per salvarci».

Questa frase di mio padre mi lasciò ancora più meravigliato e stupito. Non compresi immediatamente le sue parole, esse mi parvero molto strane. In realtà, anche con l’avanzare dell’età, pur capendo meglio ciò che mio padre mi aveva detto da piccolo, molte cose ancora non mi erano chiare. Desideravo comprendere meglio, per quanto è possibile alla mente umana, l’incredibile mistero di Dio che si fa uomo.

Per questo, quando mi sono imbattuto nel libricino che vorrei presentare oggi, Sermoni del Natale di san Leone Magno, fui particolarmente soddisfatto: avevo trovato un libro che mi avrebbe aiutato a fare chiarezza.

Innanzitutto, mi pare necessaria una precisazione sull’autore.  San Leone Magno, vissuto nel V secolo, fu papa dal 440 al 461 d.C. e guidò la Chiesa in un periodo di profonda crisi per l’Impero romano d’Occidente a causa delle continue invasioni barbariche. Egli «fu dapprima a Roma solerte diacono e poi, elevato alla cattedra di Pietro, meritò a buon diritto l’appellativo di Magno sia per aver nutrito il gregge a lui affidato con la sua parola raffinata e saggia, sia per aver sostenuto strenuamente attraverso i suoi legati nel Concilio Ecumenico di Calcedonia la retta dottrina sull’incarnazione di Dio»2. Viene venerato dalla Chiesa come padre e dottore della Chiesa. Già da questa rapida descrizione del santo, si capisce come la figura di Leone fu vitale per la Chiesa per comprendere meglio il mistero dell’Incarnazione e per eliminare tutte quelle incomprensioni ed eresie che si erano formate intorno a questo dogma.

In modo particolare, questo libro, edito dalla casa editrice Paoline nel 2004, ha un duplice pregio: il primo è quello di raccogliere, ad un modico prezzo, alcuni dei sermoni (omelie) più incisivi del santo papa, riguardanti soprattutto il Natale e l’Epifania; secondariamente, l’ottima introduzione dell’autore e il ricco comparto di note aiutano il lettore ad introdursi in maniera più chiara e specifica all’interno di questa tematica articolata.

Chi volesse trovare in questo libro un’opera scientifica, rimarrebbe deluso. Lo scopo, infatti, non mi pare essere quello di comporre un testo scientifico (anche perché qui vengono riportati solo una parte dei suoi sermoni); ma semplicemente quello di fornire un testo che possa: da un lato aiutare a chiarire alcuni dubbi o perplessità riguardanti la natura umana e divina di Cristo; dall’altro favorire la meditazione di questi misteri. Infatti, questi scritti sono redatti con uno scopo pastorale-catechetico più che speculativo. Essi sono indirizzati al fedele comune, perché egli possa comprendere nel modo più trasparente possibile questa verità e così non cadere in alcun errore. Pertanto, «si tratta di un’esposizione chiara e semplice, priva di artificio, senza la preoccupazione di attrarre l’attenzione con immagini e speculazioni meravigliose»3.

La prima cosa di cui ci si accorge, scorrendo semplicemente l’indice, è la strana composizione degli scritti in questo libro: oltre ai sermoni sul Natale, vi sono anche sermoni sull’Epifania, sul martirio di Pietro e Paolo, sul martirio di san Lorenzo e addirittura sermoni tenuti da Leone il giorno dell’anniversario della sua consacrazione. Viene, allora, spontanea una domanda: come mai questi scritti, che paiono essere così vari, sono stati radunati in un unico libro? La risposta è presto detta.

Per quanto riguarda i sermoni sull’Epifania il motivo è chiaro: l’Epifania celebra l’adorazione dei Magi al bambin Gesù la notte di Natale; ed è inoltre la festa che conclude il tempo liturgico del Natale. Le due feste, pertanto, sono lo stesso mistero: se prima Dio s’incarna nel silenzio del mondo, ora «è giunta la festa della sua manifestazione. Colui che in quel giorno la Vergine ha partorito, oggi è conosciuto al mondo»4.

Più ostico, invece, pare essere il collegamento con gli altri sermoni.  Tuttavia, a proposito dei sermoni sui martiri bisogna considerare che il giorno del martirio «è chiamato il giorno del Natale del martire. Non è, quindi, fuori posto avvicinare i discorsi che trattano della nascita terrena di Gesù a quelli che fanno elogio della nascita celeste dei martiri Pietro, Paolo e Lorenzo. Cristo è nato nel mondo perché i santi nascessero al cielo»5. Similmente, si può considerare il giorno di consacrazione per il vescovo: «il giorno natalizio per il sommo pontefice, e in genere ogni vescovo, è il giorno della sua consacrazione episcopale»6. Pertanto, tutti questi sermoni riportano un tema centrale: il Natale del Signore. La nascita del Cristo è la porta che ci rintroduce alla vita. Cristo è la Vita stessa ed è venuto a riconquistare il cuore dell’uomo, ormai ripetutamente lacerato dal male.

Tutto parte, quindi, da un atto di misericordia e d’amore di Dio. Egli, vedendo la misera condizione in cui versava l’uomo, decide di inviare il suo unico Figlio, affinché potesse liberarlo.  Così, «il Verbo di Dio, Dio egli stesso e Figlio di Dio»7, nella pienezza dei tempi, ha assunto su di sé la natura umana, partecipando così alla nostra mortalità, ma rimanendo esente da qualsiasi peccato: «Egli si è abbassato ad assumere la nostra umile condizione senza diminuire la sua maestà. […] Ha congiunto ambedue le nature in modo tale che la glorificazione non ha assorbito la natura inferiore, né l’assunzione ha sminuito la natura superiore. Perciò le proprietà dell’una e dell’altra natura sono rimaste integre, benché convergano in un’unica persona (quella divina). In questa maniera l’umiltà viene accolta dalla maestà, la debolezza dalla potenza, la mortalità dall’eternità»8. Con questo atto di misericordia, Dio stesso viene a distruggere l’antico dominio del peccato e della morte che continuamente opprimeva l’uomo e a richiamarlo alla vita. Sì, la salvezza di Dio giunge all’uomo non come un comando a cui non può che sottomettersi, ma come un invito a lasciar cadere definitivamente le catene, ormai rotte, della morte per camminare con Dio nella Vita vera. Pertanto, «a te, nato dalla carne corruttibile, è stata data la facoltà di rinascere dallo Spirito di Dio e di ottenere per grazia ciò che non avevi per natura, in modo che riconoscendoti, mediante lo Spirito di adozione, come figlio di Dio, possa ardire di chiamare Dio tuo Padre»9.

I sermoni del Natale
(san) Leone Magno
Ed. Paoline – Euro 8,50


1 LEONE MAGNO, I Sermoni del Natale, n.2 (XXII), Economia dello Spirito, Edizioni Paoline, Milano 2004, p.45.

2 Martirologio Romano, Editrice Libreria Vaticana, Roma 2004, 10 Novembre, p.866

3 ANDREA VALERIANI, Introduzione. I Sermoni del Natale, Economia dello Spirito, Edizioni Paoline, Milano 2004, p. 24.

4 LEONE MAGNO, op. cit., p. 117

5 ANDREA VALERIANI, op. cit., p. 33

6 Ibidem.

7 Ivi, p. 42.

8 Ibidem.

9 Ivi, p. 52

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