Maggio, insieme con ottobre, è uno dei mesi tradizionalmente legati alla devozione mariana. Proprio in questo periodo dell’anno infatti Maria, nel 1917, si è presentata per chiedere la conversione dei peccatori e la cessazione del conflitto mondiale in atto tramite la recita del Santo Rosario. Le apparizioni di Fatima, iniziate proprio il 13 di maggio, identificano la Beata Vergine come Regina del Santo Rosario, titolo inserito nelle litanie lauretane nel 1883 da papa Leone XIII.
Queste, così come le conosciamo oggi, sono il prodotto di una lunga storia: si tratta di 54 titoli con cui la Beata Vergine viene descritta sotto vari aspetti. Fra questi vorrei soffermarmi su uno in particolare: Dimora consacrata di Dio, o Dimora tutta consacrata a Dio.
Una casa dove tutti vengono accolti
Maria è stata dimora perfetta e consacrata da sempre alla nascita del Figlio di Dio e in questa sacra casa anche noi siamo invitati ad entrare. La metafora della casa ricorda non solo un luogo riparato e lontano dalle intemperie, necessità per le quali andrebbe bene anche una caverna, ma anche e soprattutto il posto che noi abbiamo come base solida per la nostra vita e dove ci sentiamo accolti ed amati. È il luogo dove lasciamo il cuore.
La sicurezza del focolare famigliare richiama tutte le persone e Maria, pur non scavalcando la nostra famiglia, c’invita ad entrare nella sua famiglia con Gesù.
Gesù stesso invita a «costruire la casa sulla roccia»1, e quale roccia è migliore dello stesso Figlio di Dio? Maria stessa è casa fondata sullo stesso Figlio che ha portato in grembo e che diviene salvezza per tutti i popoli, infatti «Guidasti con il tuo amore questo popolo che hai riscattato, lo conducesti con la tua potenza alla tua santa dimora»2.
Arrivare alla casa
«Gli disse Tommaso: “Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?”. Gli disse Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita” »3. Ritornando alle apparizioni mariane di Fatima spesso, ci si dimentica che Maria è apparsa solo nel 1917. Nel 1915 i fanciulli ebbero le visioni di un angelo, l’Angelo della Pace, che preparò le successive visite di Maria. Perché queste visioni?
«Ti siano gradite le parole della mia bocca; davanti a te i pensieri del mio cuore, Signore, mia roccia e mio redentore»4.
Nel salmo si chiede che le preghiere che possiamo offrire siano gradite e che i cuori che si aprono a questa richiesta siano puri. Per predisporre la grande impresa, i fanciulli dovevano essere preparati e purificati in due semplici modi: la preghiera e l’Eucaristia5. L’angelo stesso ha sottolineato come la preghiera sia diffusiva della salvezza, soprattutto a beneficio di coloro che sono lontani:
«Mio Dio! Io credo, adoro, spero e Vi amo. Vi chiedo perdono per quelli che non credono, non adorano, non sperano e non Vi amano»6.
Ancora oggi queste preghiere riecheggiano come ringraziamento dopo l’Eucaristia e nelle visite al Santissimo Sacramento e costituiscono anche per noi, devoti della Santa Vergine, un valido strumento per far sì che il focolare della piccola casa incendi il mondo7.
Un titolo così uguale e così diverso
Nel corso dei secoli gli elenchi litanici hanno subito modifiche e, naturalmente, la traduzione in italiano corrente.
Consultando l’originale latino di “Dimora consacrata di Dio” non sono riuscito a trovare nessuna traccia di Domus ad Deum consecrata, trovando invece Vas insigne devotionis, letteralmente “Vaso insigne di devozione”.
Dio, mescolando e lavorando la terra colpita dal peccato originale, ha modellato una nuova Eva distinta da tutte le creature per la particolare conformità al volere di Dio. È esattamente questo il significato di “insigne devotionis”: colei che più di tutti si è conformata al volere di Dio.
Maria nei vangeli risulta essere una presenza costante di nascondimento e solo in poche occasioni ci fa risuonare nel cuore le parole che non vogliono metterla al centro come protagonista ma farci entrare nella casa sulla roccia: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola»8.
Anche noi, pur non avendo avuto la grazia di queste apparizioni, possiamo metterci in attesa e in contemplazione cercando di alzare gli occhi a Maria e, vedendola nello sguardo del Figlio, dire: «Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno e porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia»9 .
A Fatima la Vergine ha insegnato a tre piccoli fanciulli la semplicità del contatto con Dio e la sicurezza che dona una vita donata a Lui.
1 Cfr. Mt 7, 24.
2 Es 15, 13.
3 Gv 14, 5-6.
4 Sal 19(18), 15.
5 Cfr. Suor Maria Lucia di Gesù e del Cuore Immacolato, Memorie di suor Lucia, Secretariado dos Pastorinhos, Fatima 2005, p. 165 e ss.
6 Ibidem.
7 Cfr. Lc 12, 49.
8 Lc 1, 38.
9 Apparizione del 13 Luglio, op. cit., p. 174.