Sono risorto, o Padre, e sono sempre con te. Alleluia.
Hai posto su di me la tua mano. Alleluia.
È stupenda per me la tua saggezza. Alleluia, alleluia1.

La Santa Messa del giorno di Pasqua inizia così: [Io] Sono risorto. Anche noi tutti, oggi come mai negli altri giorni dell’anno, possiamo dire col Cristo: Io sono risorto!

San Paolo lo dice a chiare lettere: «Se infatti crediamo che Gesù è morto e risorto, così anche Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti»2.

L’emozione che danno da sole queste parole non è paragonabile a niente su questa terra. Nemmeno la più bella celebrazione di questo evento può essere messa a confronto con ciò che Gesù Cristo, Figlio di Dio, ci ha dato.

Ma una volta che la Messa è finita, il pranzo è finito, la festa è finita, è tutto concluso? Guai a pensare una cosa del genere!

Sono risorto, o Padre, e sono sempre con te. Anche noi dobbiamo conservare e portare la gioia di questo evento a tutto il mondo. Dio è sempre stato, e sempre sarà, con noi e noi dobbiamo comunicarLo a tutti coloro che incontriamo.

L’eternità della Risurrezione è visibile anche in un altro piccolo passo di san Paolo: «Ora, invece, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti»3.

Il termine primizia, citato nella lettera paolina, significa sia sacrificio per Dio, sia frutto giunto per primo a maturazione. Di questo Gesù ne ha parlato in una magnifica parabola che funge anche da “istruzioni per l’uso” per tutti noi, per essere come ci vuole Lui ed essere meno indegni di portare il Suo messaggio: la parabola del seminatore4.

I vangeli sinottici, Matteo, Marco e Luca, riportano questa parabola e la sua spiegazione. Questo racconto, considerato avendo ben fresche le letture della Veglia Pasquale, ci dona un nuovo orizzonte e, al contempo, ci mostra quasi la prospettiva di Dio: non di una salvezza puntuale ma di una salvezza continua e da sempre.

Il campo è il mondo5

La creazione del mondo è culminata con la creazione di un giardino, l’Eden, e noi siamo stati posti in esso. Dio Padre ha scelto i nostri progenitori come “custodi e coltivatori”6 di tutta la creazione ammonendoli di non toccare l’albero della conoscenza del bene e del male, perché li avrebbe uccisi7.

A causa della bieca insinuazione del peccato i nostri progenitori sono stati cacciati dall’Eden8. Anche nel tradimento tuttavia Dio non rinnega la Sua creazione e continua a coltivare il popolo eletto.

Come viene descritto nel corso della storia di Israele, Dio non fa mai mancare il Suo aiuto e cerca di far crescere il Suo popolo nonostante le molte vicissitudini.

Dio, come agricoltore, coltiva il seme che ha piantato nel Suo campo anche a costo di vederlo soffrire. Il seme che Dio ci ha posto nel cuore sente la necessità di andare in alto ma le infestazioni del peccato, entrate nel campo, rendono il terreno difficile e brullo.

La storia del popolo eletto è una continua caduta e risalita ed è un po’ la storia della nostra vita.

Quante volte non ascoltiamo la Parola di Dio e poniamo il nostro seme come su una strada, alla mercé del maligno9?

Quante volte l’incostanza o l’avvento di una tribolazione ci spingono ad allontanarci da Dio invece di correrGli incontro10?

Quante volte ci sentiamo soffocare dagli impegni, dalla situazione famigliare, dalle difficoltà e vogliamo solo fuggire lontano11?

Il periodo della Quaresima, appena concluso, serve a focalizzare i nostri punti deboli e a cercare di migliorare. Ma come seguire un retto cammino in tutte le vicissitudini della vita, vedendo tutte queste sofferenze e distrazioni?

Serve una festa!

Il 25 marzo ricorre la solennità dell’Annunciazione del Signore, e si commemora il momento in cui l’angelo è apparso alla Vergine Maria e ha preannunciato la nascita del Salvatore.

Esattamente in quel giorno è stato messo nel nostro campo un seme speciale, possiamo dire Il Seme. Dio stesso si è posto sul nostro stesso piano, soffrendo come noi per patire con noi.

Nell’intimità di questo evento, e per tutti gli anni successivi, nulla è cambiato, nessuno si è accorto di nulla. Solo nella pienezza dei tempi, quando il raccolto stava per iniziare, ha alzato il capo Gesù.

Come un Garofano in mezzo ai rovi è stato guardato con sospetto e non è stato accettato, anzi era necessario eliminarlo per mantenere il comodo status quo.

Così è stato: nel Triduo in preparazione della Pasqua abbiamo visto come è stato spogliato della dignità umana e, reciso come un fiore, è stato innestato sull’albero secco della croce.

La predicazione di Gesù è fonte, ai tempi come ora, di scandalo ma è anche l’unica Via da seguire per ritornare al Padre, per essere salvati, per comprendere il vero significato della morte.

Quell’amore, che Dio Padre dall’inizio della storia ha diffuso con segni e prodigi è stato concretizzato nel Suo Figlio e noi, come i vignaioli omicidi12, lo abbiamo ucciso e appeso come un maledetto13.

Paradossalmente l’odio che è stato riservato al Figlio di Dio è diventato la nostra Salvezza. Lo stelo martoriato del garofano, infisso nella terra, ha sussultato e, frantumando le porte degli inferi14, ha iniziato a liberare tutti i giusti.

La vittoria prevista dai rovi è stata una sconfitta schiacciante, con la Risurrezione un’immensa luce ha illuminato tutto il campo facendo splendere i buoni frutti dei giusti e le nere foglie dei dannati.

Orientiamoci verso questa luce, sopportiamo le sofferenze che ci colgono per poter fiorire e fruttificare sotto il meraviglioso Garofano di vita, che è Cristo, e ornare il campo dell’amore di Dio.


1 Antifona d’ingresso per la Messa del Giorno di Pasqua (Cf Sal 139, 18.5-6).

2 1 Ts 4, 14.

3 1 Cor 15, 20.

4 Cf Mt 13, 11-52.

5 Mt 13, 38.

6 Cf Gn 2, 15.

7 Cf Gn 2, 16-17.

8 Cf Gn 3, 24.

9 Cf Mt 13, 19.

10 Cf Mt 13, 20-21.

11 Cf Mt 13, 22.

12 Cf Mt 21, 33-41.

13 Cf Dt 21, 23.

14 Cf Mt 27, 51-53.

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fr. Giovanni Pediglieri
Nato nel 1990 nella provincia di Milano e ha compiuto gli studi superiori a Novara come perito chimico industriale. Conosce l’Ordine dei Predicatori nella grande arcidiocesi Ambrosiana nel convento di Santa Maria delle Grazie e inizia il percorso che lo porterà alla professione semplice il 15 settembre 2019. Una piccola descrizione per un grosso frate, piccolo in un ordine con dei giganti nella sua tradizione! Passo passo sta iniziando ad addentrarsi negli studi filosofici con l’aiuto dei grandi del passato e dei confratelli del presente.

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