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Frate Moneta a Barbara salute,

Perdonatemi se vi scrivo in volgare e non in latino ma, ormai che siete una poliglotta a tutto tondo, so che non avrete alcuna difficoltà a leggermi, a intendere le sfumature ironiche e i riferimenti che, ahimè, sfuggiranno sicuramente alla mia penna.

Cara Barbara, ne è passata di acqua sotto i ponti quando lei combatteva per i diritti omosessuali e da quando Mario fece quell’amabile discorso infuocato in Cattolica. Era il ruggente ’67 che portò al ’68, suo fratello più famoso eletto mister cambi epocali e tuttora felicemente regnante, felicemente per lui. Mi dice quel tal Giorgio della famiglia dei Bigatti che non bisogna ricordarli con nostalgia simili tempi, seppure il fuoco dorma ancora sotto le ceneri; né pensare che quegl’anni siano stati l’origine di tutti i mali. Ebbene, neanche io lo credo. Anche perché credo che l’origine di tutti i mali sia una volontà debole che si volge verso il peccato e sceglie la creatura al posto del Creatore. Que­sto ci hanno insegnato quei pochi uomini degni ancora di essere chiamati: Padri.

Ma non voglio farle una catechesi sul perché la nostra condizione appaia così irrimediabilmente im­perfetta, come ingranaggi sdentati o automi sbrecciati, ma desidero portare alla sua deliziosa attenzione un libro, redatto per mano cattolica di un degno filosofo. Egli ci parla riguardo il femmi­nile. Proprio quell’idea che lei pensava di difendere, che credeva fosse denigrata dalla Chiesa che, in un’ultima istanza, ha invece contribuito a combattere: e così il suo pensiero, dove cercava liberazion­e, ha forgiato catene.

Il libro reca il titolo: L’originario. La culla del mondo. L’autore è un confratello, Giuseppe Barzaghi op, che ci guida con argomenti di congettura per una strada che porta a riconoscere la maggiore ric­chezza che il femminile ha sul maschile. Ricchezza riscontrabile in tre ambiti: biologico, psicologi­co e razionale. A livello biologico la donna porta in sé la maternità strutturata da tre proprietà fun­zionali: accoglienza, fecondità e dono. Vede, il nostro autore non mostra semplicemente la comples­sità, per sé mirabile, della donna, ma mostra la sua archetipa consonanza con quella cosa che fa uguali tutti gli uomini quanto alla natura: la Ragione.

Le tre proprietà possono essere paragonate allo stesso modo e proporzionalmente, nel versante ra­zionale, ai tre tipici principi costitutivi del sapere scientifico: il problema, perché far scienza vuol dire risolvere un problema; l’ argomento, cioè il momento fecondo della ricerca scientifica nel quale tro­viamo le soluzioni; in ultimo la conclusione, che corrisponde al dono, detto anche parto della men­te.

Ciò che cattura ed eleva maggiormente la mia anima è il salto di qualità, come dite voi moderni, che sta nella contemplazione del femminile dalla prospettiva anagogica, il punto di vista di Dio che raccoglie tutto il disegno Divino nell’eternità. Come nello sguardo di Ulisse, che con l’arco mira un bersaglio al di là di dodici scuri, tutto rientra e prende forma, così il Disegno Divino prende consis­tenza nello sguardo di Dio, nel quale il centro del bersaglio è Cristo-Uomo dentro la Sua custodia, il grembo di Maria. Insieme, e solo insieme, entrambi costituiscono la determinazione specifica dell’atto creatore, che è paragonabile allo scoccare della freccia da parte di Ulisse. Cos’è il cosmo, dunque, se non la scena coinvolta e costituita da questo insieme? In quel grembo ci siamo tutti, pen­sati e amati dall’eternità. È questo che le donne desiderano: esser come la Madre. Questo quello che gli uomini cercano inconsciamente in una donna: un’altra Maria. In questo incontro, in quel grembo, siamo tutti consolati, cullati in Cristo morto e risorto. Consolati da Colui che aleggiava sulle acque della creazione, che riempie l’universo e quel grembo, il Consolatore:

Quem terra, pontus, aethera / coluunt, adorant, praedicant, / trinam regentem machinam / claustrum Mariae baiulat. / Cui Luna, Sol, et omnia / deserviunt per tempora, / perfusa caeli gratia,
/ gestant Puellae viscera.

Ecco perché vi scrivo, ecco come avreste dovuto orientare le vostre energie nella difesa della donna: dimostrandone l’elevatezza alla quale Dio l’ha da sempre destinata.

Copia del testo: Giuseppe Barzaghi, L’originario. La culla del mondo, Ed. Studio Domenicano (ESD), Bologna 2015, pp. 192, Euro 12,00.


Riconoscimenti per le immagini: per la copertina, dettaglio della foto di Andrés Armesto, La Pietà vaticana.

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Sappiamo da un autore anonimo che è nato nel più buio dello spentoevo (come lo disse un poeta), precisamente alla fine del XX secolo. Certo è questo: sopravvissuto agl’anni mortali dell’ebola si convertì a Cristo, entrando nell’ordine dei 'Black friars' (i frati predicatori). Tornato in Italia, dall'Inghilterra, per dedicarsi interamente alle lettere e alla filosofia popolare, scrisse libelli di pedagogia spirituale. Per contattarlo scrivetegli: fr.moneta.da.palermo@gmail.com