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Il Rosario

Ottobre, il mese dedicato al S. Rosario, ci ha offerto l’occasione di poter riscoprire la bellezza e ricchezza di una delle forme di preghiera più belle della tradizione cristiana. Questa ha nei fatti caratterizzato la devozione di una moltitudine di fedeli nel corso del tempo ed è da sempre stata valido strumento di sostegno della fede, nel suo essere mezzo semplice ed accessibile a tutti per mettere in contatto con i principali misteri della nostra salvezza, insieme a Colei che più di tutti li ha vissuti da vicino, la Vergine Maria.

Il comando della preghiera

L’urgenza di affermare l’importanza del Rosario è tanto più necessaria oggi, in un tempo in cui sembra che la maggior parte degli uomini abbia smarrito il significato autentico della preghiera. Non possiamo dimenticare che essa è indispensabile al progresso nella vita spirituale, dunque a tutti noi che siamo chiamati alla santità.

Se infatti l’orazione, come ricorda san Giovanni Damasceno, è «elevazione della mente in Dio» (De Fide orthodoxa, c.24), essa vuole essere modo di entrare in comunione, in intimità con Colui a cui siamo ordinati come compimento della nostra felicità. Per quanto detto, non dovrebbe sembrarci strano il comando del Signore di «stare sempre in preghiera, senza stancarsi» (Lc 18,1). Certo, ciò può apparire difficile, soprattutto per coloro che, non essendo consacrati, sono impegnati nella vita attiva, nel lavoro, nella famiglia, nelle cose del mondo. Difficile, forse, ma non impossibile. Ed il Rosario, come vedremo, è in questo una provvidenziale soluzione.

Santa Caterina e l’orazione

Prima è bene soffermarsi su un valido consiglio che ci è dato da una delle più belle figure del nostro Ordine, santa Caterina da Siena, il cui impegno nella vita attiva non le fu mai di ostacolo nell’essere sempre alla presenza del suo Sposo, Cristo.

Ella descrive la possibilità, anzi la necessità, di essere sempre in orazione, per poter poi giungere ad una sempre maggior intimità con Dio:

«In tre modi si fa l’orazione. L’una è continua, cioè il continuo e santo desiderio, il quale desiderio òra (prega) nel cospetto di Dio, in ciò che fa la creatura…L’altro modo è l’orazione vocale, cioè parlando con la lingua si dice offizio o altre orazioni vocali; e questa è ordinata per giungere alla terza, cioè quella mentale… che pallando con la lingua, il cuore suo non sia di lunga da Dio; ma debbesi ingegnare di fermare e stabilire il cuore nell’affetto della divina carità»1.

Come è possibile notare, l’orazione deve partire dal santo desiderio (dalla carità), ovvero dal continuo fare ogni cosa alla presenza di Dio, dunque nell’operare per amore di Lui (che si traduce nell’amore per il prossimo). Questo desiderio già prega, e permette di passare alla seconda forma, la preghiera vocale e in seguito a quella mentale, appunto il poter stare con la mente in Dio, ascoltare Colui che «bussa alla porta» (Ap 3,20). Tutto parte da questo slancio, che è il santo desiderio, che porta così alla contemplazione. È necessario coltivare questo.

Il Rosario: imparare da Maria come “stare in preghiera”

Il Rosario, proprio perché semplice, è accessibile a chiunque. Con una semplice corona, si rendono presenti i principali eventi salvifici, enunciati all’inizio di ogni decina, facilitando l’orante, in modo ordinato e pedagogico, nel sapere a cosa rivolgere la mente, mentre la recita consecutiva del Padre Nostro e delle Ave Maria scandisce il ritmo della preghiera e facilita la concentrazione. Ricorrere all’Ave Maria ci permette di entrare in un clima familiare con Colei che è salutata in questa preghiera.

Nel soffermarci sugli episodi della vita di Cristo, per capire cosa Egli voglia darci attraverso questi, siamo aiutati dalla sua stessa Madre, che fin dal primo momento, nell’evento dell’Annunciazione, si fece attenta ed obbediente al Verbo, accogliendolo nel suo grembo. Gli eventi sono di quello stesso Gesù che noi ricordiamo come frutto benedetto di Maria, che a noi viene da Lei dato. Con l’aiuto di Maria, impariamo anche noi ad essere presenti a Cristo, ad avere «gli stessi sentimenti che furono di Cristo» (Fil 2,5). Facendo nostro il mistero contemplato, lasciamo che porti frutto nella nostra quotidianità, come avviene nella Vergine Maria, impariamo a conformarci Cristo, perché in ogni momento ci è dato di crescere con Lui, e Maria, in «età, sapienza e grazia» (Lc 2,51). Questo è il bel clima di continua orazione che ci lascia questa stupenda preghiera, che si traduce nel desiderio di Cristo, nella gioia di essere suoi imitatori: «Siete beati se le mettete in pratica» (Gv 13, 17).

Tale desiderio può sempre trovare appagamento ed essere nuovamente alimentato, proprio perché il Rosario è una preghiera a cui è possibile ricorrere in ogni momento della giornata, nei più diversi contesti ed anche in momenti di attività. Ricorriamo dunque a Maria, con l’augurio che sempre più persone possano trovare beneficio da questa pia pratica.

BENEDICAT NOS VIRGO MARIA!


1 CATERINA DA SIENA, Epistolario, cur. Umberto Meattini, Edizioni Paoline 1979, p. 744.

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Sono fra Daniel Reginaldo Maria Redoglia (al secolo Daniel), nato a Esine, in provincia di Brescia, il 1° febbraio del 2001 e cresciuto a Cimbergo, un piccolo paesino della Valcamonica. Intuita la vocazione religiosa all’inizio del liceo, sono entrato nell’Ordine dei Predicatori dopo il conseguimento della maturità scientifica. Ho emesso la professione semplice il 3 settembre 2022. Al momento, attendo agli studi filosofici presso lo Studio Filosofico Domenicano a Bologna.