Condividi

«Nel perseguire il compito [della ricerca e dello studio] san Tommaso si presenta come insuperato modello e maestro. La Chiesa ne raccomanda la dottrina in modo singolare e l’Ordine la ritiene come patrimonio che esercita un fecondo influsso sulla vita intellettuale dei frati e le conferisce un proprio carattere. Per questo i frati coltivino un’attiva familiarità con i suoi scritti ed il suo pensiero e, secondo le necessità dei tempi, con legittima libertà, rinnovino ed arricchiscano la sua dottrina con i tesori sempre nuovi della sapienza divina e umana».

Così recitano oggi al numero 82 le Costituzioni dei frati dell’Ordine dei Predicatori, ai quali apparteneva il santo di cui oggi ricordiamo i 750 anni della nascita al Cielo: san Tommaso d’Aquino. Egli morì nell’abbazia cistercense di Fossanova (Lazio) alle prime ore di mercoledì 7 marzo 1224, dopo aver ricevuto il Corpo del Signore.

Egli fu davvero maestro e modello nelle scienze teologiche, come conferma l’enciclica Aeterni Patris1 di papa Leone XIII, che segnò un deciso rilancio e sviluppo degli studi tomistici: «Per la verità, sopra tutti i Dottori Scolastici, emerge come duce e maestro San Tommaso d’Aquino, il quale, come avverte il cardinale Gaetano, “perché tenne in somma venerazione gli antichi sacri dottori, per questo ebbe in sorte, in certo qual modo, l’intelligenza di tutti” . Le loro dottrine, come membra dello stesso corpo sparse qua e là, raccolse Tommaso e ne compose un tutto; le dispose con ordine meraviglioso, e le accrebbe con grandi aggiunte, così da meritare di essere stimato singolare presidio ed onore della Chiesa Cattolica. Egli, d’ingegno docile ed acuto, di memoria facile e tenace, di vita integerrima, amante unicamente della verità, ricchissimo della divina e della umana scienza a guisa di sole riscaldò il mondo con il calore delle sue virtù, e lo riempì dello splendore della sua dottrina».

E prosegue: «Ma, quel che più conta, i Romani Pontefici Nostri Predecessori esaltarono con singolari manifestazioni di lodi e con amplissime testimonianze la sapienza di Tommaso d’Aquino. Infatti Clemente VI , Nicolò V , Benedetto XIII ed altri attestano che tutta la Chiesa viene illustrata dalle sue meravigliose dottrine; San Pio V poi confessa che mercé la stessa dottrina le eresie, vinte e confuse, si disperdono come nebbia, e che tutto il mondo si salva ogni giorno per merito suo dalla peste degli errori. Altri, con Clemente XII , affermano che dagli scritti di lui sono pervenuti a tutta la Chiesa copiosissimi beni, e che a lui è dovuto quello stesso onore che si rende ai sommi Dottori della Chiesa Gregorio, Ambrogio, Agostino e Girolamo».

E ancora: «Gli stessi Concili Ecumenici, nei quali risplende il fiore della sapienza raccoltovi da tutto l’universo, si adoperarono per onorare in modo singolare Tommaso d’Aquino. Nei Concili di Lione, di Vienna, di Firenze e del Vaticano si direbbe che Tommaso abbia assistito e quasi presieduto alle deliberazioni ed ai decreti dei Padri, combattendo con invincibile valore e con lietissimo successo contro gli errori dei Greci, degli eretici e dei razionalisti. Ma somma lode e tutta propria di Tommaso, concessa a nessun altro dottore cattolico, è che i Padri del Concilio Tridentino hanno voluto che nel mezzo dell’aula delle adunanze, insieme con i codici della Sacra Scrittura e con i decreti dei Romani Pontefici, stesse aperta, sull’altare, anche la Somma di Tommaso d’Aquino per derivarne consigli, ragioni e sentenze».

Perché, vi chiederete, riesumare le parole di un pontefice tanto lontano a noi nel tempo?

Per due ragioni: primo perché esse, nel continuare una lunga tradizione di raccomandazioni pontificie, furono riprese e confermate dai suoi successori fino al presente (si legga, fra i tantissimi documenti, l’enciclica del 1998 di san Giovanni Paolo II Fides et ratio); secondo perché – fatte le debite proporzioni – la motivazione che spinse Leone XIII a incentivare calorosamente gli studi tomistici appare valida anche per l’oggi, in quanto raccomandata nella stessa Sacra Scrittura:

«In questi nostri tempi, essendo in uso combattere la fede cristiana con le arti e con le astuzie di una scienza fallace, è necessario che tutti i giovani, e particolarmente quelli che crescono sperando nella Chiesa, siano nutriti di una dottrina sostanziosa e robusta, affinché vigorosi e ben preparati si abituino tempestivamente a trattare valorosamente e sapientemente la causa della religione e siano “sempre pronti, secondo gli ammonimenti apostolici, a soddisfare chiunque domanda ragione di quella speranza che è in noi” (1Pt 3,15), e “ad esortare nella sana dottrina ed a convincere coloro che la contraddicono” (Tt 1,9)».

Il Concilio Vaticano II poi, riprendendo due discorsi in merito di Pio XII e di san Paolo VI, nel decreto sulla formazione dei futuri presbiteri Optatam totius2, così si esprime al numero 16: «Per illustrare quanto più possibile i misteri della salvezza, gli alunni imparino ad approfondirli e a vederne il nesso con un lavoro speculativo, avendo san Tommaso per maestro».

Anche per quanto concerne la teologia morale, san Tommaso è ritenuto maestro, come ben si può evincere dal numero di sue citazioni contenute, ad esempio, nell’enciclica Veritatis splendor del 1993, circa alcune questioni fondamentali dell’insegnamento morale della Chiesa.

Domandiamo con fiducia l’intercessione di san Tommaso d’Aquino in questa speciale ricorrenza: preghiamo in particolare per tutti i pastori della Chiesa, per i teologi, i catechisti, per tutto l’Ordine dei Predicatori e perché tutti, cercando di conoscere Dio sempre meglio, cresciamo nell’amore di Dio, nostra unica speranza.

Vi riproponiamo la descrizione della vita e delle opere di san Tommaso realizzata dal nostro confratello fra Tommaso Pio González Luengo: https://www.osservatoredomenicano.it/video/san-tommaso-fondamenti-vita-e-opere/.

Per chi volesse attingere ad una conoscenza ancor più dettagliata del santo, un’ottima risorsa potrà essere il libro di Jean-Pierre Torrell Amico della verità. Vita e opere di Tommaso d’Aquino edito dalle ESD, in particolare la terza edizione del 2017, rivista e ampliata dal p. Giorgio Carbone OP.


Non perderti nessun articolo!

Per restare sempre aggiornato sui nostri articoli, iscriviti alla nostra newsletter (la cadenza è bisettimanale).

Nato tra le maestose giogaie trentine nel maggio 1996, cresciuto tra i boschi e campi di un grazioso paesino dell’alta Valsugana (sì, quella della canzone degli alpini…), dopo la maturità scientifica, indeciso se entrare in seminario diocesano, si orienta infine alla vita claustrale delle bianche lane. Ha emesso professione semplice nel settembre 2019 e attende ai filosofici studi.