Un’eredità sfaccettata
Il 2021 sta per finire e molti stanno già facendo un bilancio di ciò che questo anno ha portato e tolto. Non vi nego che, da frate Predicatore, l’eredità più preziosa che mi ritrovo fra le mani è il Giubileo per gli ottocento anni dalla Nascita al Cielo di san Domenico di Caleruega, fondatore del mio Ordine. Anche se tecnicamente questo lieto periodo si chiuderà il 6 gennaio del 2022, i frutti che ha portato sono, per la maggior parte, già al sicuro nelle mani dei frati e delle monache domenicane, oltre che di tutti coloro che si santificano attraverso il carisma del santo castigliano.
Uno degli aspetti più interessanti che emergono da questa sommaria analisi è la grande varietà di risposte che il richiamo a celebrare la memoria di san Domenico ha prodotto. Si va dalle riviste, agli studi storici e teologici, dalle conferenze e dalle semplici catechesi fino ai ritiri spirituali. Ognuna di queste forme è stato un tentativo di esprimere un amore verso san Domenico e la sua spiritualità sufficientemente radicato nella quotidianità dei fedeli da assumere il gradevole aroma delle loro esistenze.
Se è vero quindi che ogni espressione d’amore è sapida dell’esistenza di chi ama, allora il libro che sto per presentarvi non dovrete considerarlo solo in virtù del suo valore in quanto testo scritto, ma anche come espressione dell’affetto di coloro che lo hanno realizzato.
La natura dell’opera
Il volume in questione s’intitola Alfabeto domenicano. Breve introduzione alla spiritualità dei frati Predicatori ed è una raccolta di brevissimi saggi curata da fra Giampaolo Pagano OP1. Il testo nasce dall’originalissima idea della comunità di frati Predicatori che ha in cura il Santuario di Madonna dell’Arco, a Sant’Anastasia, una delle tante cittadine che sorgono nei pressi del Vesuvio facendo corona alla splendida città di Napoli. Questi religiosi, diversissimi per età, formazione intellettuale e carattere, hanno deciso di omaggiare san Domenico non attraverso un testo di tipo saggistico ma tramite una diretta testimonianza del modo in cui il carisma del santo castigliano s’incarna in loro.
Per far ciò hanno realizzato un piccolo intervento per ogni lettera dell’alfabeto, associandovi poi una parola ed un articolo tratto dal Libro delle Costituzioni e delle Ordinazioni dei Frati Predicatori. In seguito, la responsabilità di scrivere l’intervento è stata assegnata ai singoli frati della comunità, dall’ultimo dei novizi fino al più venerando dei padri, lasciando loro non solo la libertà di decidere sotto quale prospettiva affrontare l’argomento, ma anche di utilizzare liberamente la propria personalissima esperienza.
Naturalmente il risultato è stato estremamente eterogeneo, tanto quanto lo sono i caratteri e le attitudini dei singoli frati, ma la visione complessiva che il lettore può trarne è tutt’altro che sconnessa. Al termine del volume ci si ritrova non solo con una grande quantità d’informazioni sulla concreta esistenza dei frati Predicatori e sulla loro spiritualità, ma anche con l’impressione di essere usciti da una piacevole chiacchierata, di aver conosciuto san Domenico non attraverso aridi documenti ma dall’affetto dei suoi più cari amici.
Non bisogna tuttavia pensare che il testo sia totalmente alieno ad ogni volontà di approfondimento. Chi ama davvero il santo castigliano non può fare a meno di voler nutrire sia il cuore sia la mente, così che dalla comunione sana dei due nasca la vera contemplazione. A tale scopo ogni intervento si conclude con una brevissima bibliografia tematica, utilissimo strumento per chi, non addetto ai lavori, volesse approfondire qualche elemento.
Un dono da vivere
Quale valutazione dare quindi a questo esperimento? Credo di aver già in parte esposto il mio pensiero in proposito, ma proverò a sistematizzarlo in poche righe. Il testo possiede due grandissimi pregi: da un lato, come detto, riesce a fornire una conoscenza esperienziale, viva dei singoli elementi del carisma di san Domenico, senza tuttavia lasciare da parte quella precisione che sempre deve contraddistinguere il frate Predicatore. D’altro canto, la struttura dell’opera è in se stessa un ulteriore messaggio che il lettore è chiamato a cogliere.
Proprio come nel testo l’eterogeneità di autori ed argomenti trova il suo principio d’unità nell’alfabeto e nella comune esperienza descritta, così la vita comune domenicana costruisce, attorno ai pilastri costituiti da Cristo e dall’imperativo di diffondere il Suo Vangelo, un’unità nella molteplicità. L’opera scaturisce da una profonda e sincera vita comunitaria, un cammino realmente percorso assieme sui passi di Cristo, e per tale ragione testimonia inevitabilmente la ricchezza e la forza espressiva di questa forma di comunione. Si potrebbe dire che il testo, in se stesso, è manifesto di come san Domenico non ebbe paura di costruire il suo Ordine di Predicatori proprio sulla condivisione delle differenze, certo che in Cristo ogni elemento avrebbe trovato la sua unità.
Volendo essere onesti, l’opera non è scevra da difetti. Come si può intuire, soffre inevitabilmente di una certa disomogeneità, sia quanto alla piacevolezza dello stile sia quanto alla profondità delle riflessioni proposte. Ciò è causato non solo dalla varietà degli autori, ognuno dei quali si porta dietro i propri limiti, ma anche dagli argomenti trattati, non sempre capaci di palesare la loro reciproca unità.
A mio parere tuttavia questi elementi, più che difetti sono caratteri propri della natura stessa dello scritto e vanno quindi compresi all’interno delle scelte compiute. Stesso dicasi, lo ribadisco, per il grado di approfondimento dei singoli interventi: questo libro deluderebbe chiunque vi cercasse una trattazione scientifica dei vari elementi, proprio perché il suo scopo è quello di testimoniare, non di esporre.
Personalmente lo consiglio a tutti coloro che intendano conoscere l’eredità di san Domenico non come un fenomeno da studiare e capire, ma, prima di tutto, come un dono da vivere e per cui gioire.
Testo consigliato
1 Alfabeto domenicano. Breve introduzione alla spiritualità dei frati Predicatori (a cura di fra Giampaolo Pagano OP), EDI, Napoli 2021.