Vieni, Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore1.
Sono passati cinquanta giorni dalla Risurrezione di Cristo e, dopo un evento così grande e glorioso, quasi ci siamo dimenticati dei giorni della Passione, della sofferenza e della Morte. Gesù, non più di dieci giorni fa, ci ha lasciato ascendendo al cielo. Ora, come ci ha promesso, il nostro cuore esulta ancora perché lo Spirito di cui ci aveva parlato ha incendiato i nostri cuori.
Dopo la Risurrezione ancora non comprendevamo completamente cosa stesse accadendo, nonostante Gesù già lavorasse in noi e, senza comprenderlo appieno, ci chiedevamo: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?»2. Ma in pratica cosa è successo?
In quel tempo…
Gesù in un tempo prestabilito, dopo una scelta precisa e una notevole preparazione, ha mandato lo Spirito. Grazie alla neoformata Chiesa possiamo anche noi partecipare di questo Dono.
La modalità di diffusione dello Spirito è sorprendente: Gesù, mandando lo Spirito Santo sugli apostoli, è come se li incendiasse di un fuoco divorante e inestinguibile, ma non come il fuoco della Geénna che distrugge bensì come un fuoco d’amore che si diffonde da Cristo fino ad ognuno di noi.
La Chiesa trasmette questo fuoco nella Cresima e nell’Ordinazione sacerdotale per cui ogni cristiano, rinato alla vita dall’acqua del Battesimo, è preparato e mandato a diffondere l’amore di Dio nel mondo.
Quando verrà il Paràclito
Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio3.
L’effusione dello Spirito Santo è la manifestazione della Verità che procede direttamente dal Padre e dà testimonianza di Gesù perché della stessa sostanza.
La Verità che lo Spirito ci porta è lo stesso Cristo che è «Verità, Vita e Via»4 verso Dio Padre che da che mondo è mondo ci ha creati per amore e ci dona tutti gli strumenti per ritornare a Lui.
Lo Spirito Santo, infatti, porta i doni che perfezionano la nostra vita – sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, e timore di Dio – che si diffondono in tutte le persone che ci circondano come dice l’Apostolo: «Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé»5.
L’incendio iniziato da Cristo accende sia il nostro animo, sia coloro che ci circondano in un circolo virtuoso che è già testimonianza dell’amore che Dio possiede nel crearci, che Cristo testimonia sulla croce e che noi dobbiamo avere verso i nostri fratelli.
Il fuoco dello Spirito non è singolo, non è individuale; infatti tutti i frutti che descrive san Paolo non possono essere attuati da un solo uomo isolato ma parlano di una relazione costruttiva e che edifica con l’altro una scala per il Paradiso.
Nel linguaggio comune si parla anche di un “fuoco di passione”, questo, però, è un processo distruttivo; sempre scrivendo ai Galati Paolo dice: «le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere»6.
Un amore rivolto a sé stessi, un’universalizzazione della propria persona, porta ad “espellere” lo Spirito di Dio ed a ridurci come animali, per cui l’importante è il proprio soddisfacimento e la difesa dall’altro.
Per il momento non siete capaci di portarne il peso
La comprensione completa di tutta la predicazione e di tutta la vita terrena di Gesù può essere appresa solo alla luce dello Spirito.
È quindi significativo che il primo miracolo di Gesù avvenga in una festa di nozze7, dove si è nel pieno della gioia, della pace, della benevolenza.
L’acqua, predisposta per la purificazione, diventa: «vino che allieta il cuore dell’uomo, olio che fa brillare il suo volto e pane che sostiene il suo cuore»8.
La Messa con Confermazione è la realizzazione delle parole del salmo: l’acqua, purificando dal peccato, apre le porte della salvezza; la Parola divina inebria e innalza il cuore dell’uomo; l’olio, il crisma, costituisce il cristiano faro riflettente del Verbo divino; Cristo Eucaristia è fondamento e sostegno nella vita.
Solo il vino della gioia sponsale allieta il cuore e lo rende sempre più gioioso fino al momento in cui una piccola scintilla dal dito di Dio può accenderlo nel buon fuoco dell’annuncio. Questo è il vino che rende laetus, termine che in latino assume sia il significato di allegro e sereno ma anche di favorevole, fertile e produttivo.
Non così il vino della terra, che non è tratto dal puro amore ma dalla spremitura innaturale dei frutti del peccato originale. L’uomo che si perverte, che si chiude in sé stesso, che si fa da solo dio, incorre nella morte e «fino alla feccia lo dovranno sorbire, ne berranno tutti i malvagi della terra»9.
L’ebbrezza che era gioia diventa dolore e caccia lo Spirito dall’uomo.
Un aiuto per lo Spirito
Abbiamo un esempio da seguire per poterci preparare ad accogliere lo Spirito Santo: Maria.
Nella prima lettura di Pentecoste10 Maria non è citata ma è tradizionalmente aggiunta al numero di coloro che «si trovavano tutti insieme nello stesso luogo». Il consiglio che ci dà Maria è solo questo: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela»11. L’ascolto della parola del Signore permette di renderci permeabili al vino di Grazia che Cristo incendia nel nostro cuore per renderlo simile al suo.
Vedendo le rappresentazioni del Sacro Cuore scorgiamo come deve diventare il nostro: incendiato d’amore nonostante le spine che lo costringono.
Dio nei tempi passati ci ha promesso il dono dello Spirito, lo ha concesso ai suoi discepoli fondandoli come Chiesa e ancora oggi come secoli fa lo Spirito non smette di fluire, come non è finito il vino delle nozze di Cana e con cuore leggero e allegro possiamo conoscere Dio accogliendo l’invito di Giovanni: «Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio. […] In questo si è manifestato l’amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui»12.
1 Cfr. Antifona al Magnificat, primi Vespri di Pentecoste. Liturgia delle ore Volume II.
2 Lc 24, 32.
3 Gv 15, 26-27.
4 Cfr. Gv 14, 6.
5 Gal 5, 22.
6 Cfr. Gal 5, 19-21.
7 Cfr. Gv 2, 1-11.
8 Sal 104(103), 15.
9 Cfr. Sal 75(74), 9.
10 Cfr. At 2, 1-11.
11 Gv 2, 5.
12 1 Gv 4, 7.9.