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Un lume nella notte

La chiamavano la “suora santa”: Marie Aphonsine Ghattas, era una di quelle lampade che non sono rimaste sotto il moggio, ma che anche dopo una vita vissuta nella preghiera, nell’umiltà e nel nascondimento, hanno saputo illuminare quanti hanno incontrato. Si deve alla penna di padre Massimo Negrelli, frate domenicano e postulatore delle cause dei santi, il ritratto di suor Marie, appena pubblicato dalle Edizioni Studio Domenicano con il titolo “Vivere con Maria” in cui questa religiosa, canonizzata da papa Francesco nel 2015, emerge con la sua vivida forza. In un certo senso, con questo libro, padre Negrelli sembra aver proseguito un percorso ideale in cui, dopo padre Giuseppe Girotti e Assunta Viscardi, emerge un’altra delle tante tonalità che può avere la santità nella spiritualità domenicana. Molti sono i motivi che rendono la figura di suor Marie così attuale, dalla questione del ruolo della donna nella Chiesa, oggi così vivacemente discusso, a quella del dialogo cristiano-arabo e la devozione al Rosario, in un tempo in cui si tendono ad abbandonare proprio quelle pie pratiche che, lungi dall’essere meccaniche, ripetitive e vuote, sono veramente in grado di alimentare la vita spirituale in maniera efficace e profonda. Ecco perché la vita di suor Marie Alphonsine ha così tanto da dire anche a noi che viviamo nella frenesia di tempi in cui il ritmo di vita è sempre di più dettato dalle macchine, a cominciare dai mezzi di comunicazione sociale, più che dal lento sgranare del rosario, o anche solo dal respiro del silenzio o di una meditata conversazione.

Ciò che colpisce di più di suor Marie Alphonsine è la sua profonda umiltà: è nell’umiltà che ha saputo vivere il suo amore per il Cristo e per la Chiesa, è nell’umiltà che ha saputo piegarsi sulle ferite e sul dolore che incontrava, è nell’umiltà che ha saputo obbedire ai superiori, anche quando le veniva chiesto qualcosa per lei molto impegnativo, come per esempio tenere nota della sua vita spirituale in quaderni e manoscritti che volle tenere gelosamente riservati per tutta la sua vita e che furono svelati solo dopo la sua nascita al cielo. Nel suo giardino interiore, i fiori dell’umiltà e dell’obbedienza erano sbocciati con i loro colori pieni.

Essere laddove serve

Nata a Gerusalemme, nel quartiere cristiano, in una famiglia cattolica, suor Marie Alphonsine dovette soffrire non poco perché suo padre le permettesse di seguire la sua vocazione religiosa. Allo stesso modo non fu affatto semplice la sua opera di insegnamento e promozione della condizione di vita di tante donne, che proprio grazie a questa suora poterono avere l’opportunità di superare la loro indigenza ed ignoranza. Fu da molti, dunque, ritenuto provvidenziale il sorgere di una congregazione religiosa femminile che si occupasse dell’istruzione delle fanciulle e che ebbe, fra i tanti frutti, anche quelli delle vocazioni alla vita consacrata. Se la santità domenicana, dovendo darle una connotazione specifica, è soprattutto “apostolica”, non c’è dubbio che la figura di suor Marie Alphonsine è stata segnata dall’urgenza per la salvezza delle anime, dalla carità che diventa operosa in forza della fede e dalla devozione mariana, che l’ha accompagnata fin da bambina.

Negli ultimi anni dell’800 suor Marie Alphonsine fu accolta, insieme alle sue consorelle, nel Terz’Ordine domenicano presso il convento di Saint Étienne, dove ha sede l’École Biblique fondata dal padre Lagrange. Dal suo piccolo gruppo iniziò a formarsi la Congregazione del Santo Rosario, che non era solo la pur bella condivisione di una pia pratica, ma un vero e proprio vincolo di unione fra persone che avevano modo di condividere le tante difficoltà della vita.

Massimo Maria Negrelli, Vivere con Maria, Edizioni Studio Domenicano, Bologna 2019, pp. 287, Euro 20,00.


Riconoscimenti per le immagini: per la copertina, rielaborazione dalla foto di Michael Wong, “Dome of the Rock”.

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Frate domenicano, appassionato di San Tommaso e San Paolo e di troppe altre cose. Serio ma non troppo. Mi piacciono i libri, i gatti e imparare da quelli che sanno più di me. Per contattare l'autore: fr.giovanni@osservatoredomenicano.it