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La promessa del cappuccio nero: la leggenda di Darth Plagueis

Anakin, minacciato da sogni premonitori, teme di perdere colei che ama: la giovane Padme. Interpella i saggi Jedi che gli raccomandano una profonda serenità interiore. Perché? Ah, è il perché più vecchio del mondo: alla morte nessuno ci può far niente, quindi bisogna mettersi il cuore in pace. Tutto quello che è uscito dalla Forza, il Principio vitale di tutto, vi ritorna in una sorta di gigantesco puzzle cosmico che continuamente si riequilibra. Peccato che questo sia a discapito dei singoli individui che, puff, scompaiono in un ovattato nulla. Anakin non lo accetta e la sua ribellione è tanto più dura quanto più suadente è la promessa del lato oscuro: il canuto primo cancelliere racconta ad Anakin la via Sith per l’immortalità:

Palpatine: […] Darth Plagueis era un Signore oscuro dei Sith così potente e così sapiente da poter usare la Forza per indurre i midi-chlorian a creare la vita. Aveva tale conoscenza del lato oscuro che riusciva a impedire a coloro che amava di morire. […] Il lato oscuro della Forza è la via per acquistare molte capacità da alcuni ritenute ingiustamente non naturali.

Anakin: E che cosa avvenne poi?

Palpatine: Diventò talmente potente che l’unica cosa di cui aveva paura era perdere il suo potere. Cosa che alla fine gli accadde. Disgraziatamente, insegnò al suo apprendista tutto ciò che sapeva, e il suo apprendista lo uccise mentre dormiva. Che ironia. Salvava altri dalla morte, ma non salvò sé stesso.

Anakin: È possibile apprendere questo potere?

Palpatine: Non da un Jedi.

Un leggendario fallimento

Chi è Darth Plagueis? Palpatine, poco prima lo definisce una leggenda. È vera, è falsa? Per l’universo espanso di Star Wars (in parte frutto dei fan) è vera. Stando ai fatti come sono impressi su pellicola, non si può dire nulla di certo. Tuttavia in questa leggenda ci sono due contraddizioni significative: la prima è nel nome, la seconda è nei fatti. Tutti i Sith hanno nomi parlanti, cioè un significato nascosto. Nel nome di Darth Plagueis si trova la parola plague, che significa peste. Lui è l’oscura Peste o Peste Nera. Può la peste ridare la vita? Evidentemente è un ossimoro, un gioco di parole che, a mio avviso, svela la falsa pretesa Sith, disposta a scendere a patti con la morte per trovare la vita. Ma non funziona ed ecco la seconda contraddizione: il Saggio era capace di impedire a coloro che amava di morire, ma non era capace di non-morire. “Che ironia. Salvava altri dalla morte, ma non salvò se stesso”.

Non poteva essere altrimenti. Nessun uomo, infatti, può salvare se stesso, perché per darsi la salvezza dovrebbe già averla. Nessuno dà ciò che non ha. Così la soluzione del leggendario Sith è solo un rimandare. Una volta morto, con lui sarebbe morto anche il suo potere. Forse per questo si scelse un allievo cui insegnò tutto, perché si mantenessero in vita a vicenda. Ma il suo enorme potere cambiava il corpo dell’uomo, ma non l’animo dell’uomo. Se è vero che nessuno può dare ciò che non ha, è vero anche il contrario: diamo ciò che abbiamo. Così, chi dà morte, ha in sé la radice della propria morte. È una delle più affascinanti intuizioni bibliche della Genesi: la morte si concepisce prima nell’anima, poi nel corpo. L’allievo ha potuto trucidare il maestro nel sonno, perché l’aveva assassinato nel suo cuore insonne.

Non basta, infatti, non morire per vivere: la vita si compone anzitutto di senso. Dunque ridà integralmente la vita, chi le restituisce il suo senso integrale. Se il senso della vita è ciò per cui si vive, esso deve esserle simultaneo, di modo che non si trovi né un momento in cui la vita sia priva di senso, né un momento in cui esso sia privo di vita. Ci devono essere entrambi, insomma. Il senso è ciò che vivifica non solo il corpo, ma anche il cuore. Dove trovarlo?

La misura dell’uomo: il tutto

Darth Fener uccide l'imperatore per salvare il figlio, dando la vita per lui
Il sacrificio di Darth Fener

In effetti, il grido di Anakin non ha risposta in Lucas. Ma non è vero! Hai visto Il ritorno dello Jedi (episodio VI)? A fianco di Yoda e di Obi-wan, vi è la figura luminosa di Anakin Skywalker. Anche lui è immortale: col suo estremo sacrificio porta al massimo compimento l’insegnamento Jedi. Frapponendosi fra Darth Sidious e suo figlio, Darth Fener accetta la morte e sconfigge la morte, salva la vita al figlio e quindi in un qual modo gli dà la vita, divenendo immortale come i suoi maestri.

È vero ed è un aspetto interessantissimo della storia, tuttavia alla fine appaiono solo 3 fosforescenti figure. Dov’è Padme? È questa la domanda con cui si chiude il grido di Darth Fener in La vendetta dei Sith (episodio III): “Dov’è Padme?”. Solo Palpatine risponde: “Pare che nella tua ira, tu l’abbia uccisa”. Poi, più nulla. Yoda accenna ad un mondo di là della Forza [netherworld of the Force o inferi della Forza]. Ma non abbiamo notizia di questo al di là, se non riguardo ai Jedi: su Padme, spirata dalla disperazione fra le doglie del parto, non si dice più nulla. È vera quella salvezza che salva tutto l’uomo. Una salvezza che non salva qualcosa è una salvezza che non fa il suo mestiere, ancor più se non salva ciò che amiamo. Noi, infatti, sentiamo più vero l’oggetto del nostro amore, di quanto non sentiamo veri noi stessi.

Dettaglio della salma di Padme
Padmé Amidala | Abito da funerale o “The Water Gown” | La vendetta dei Sith

Torniamo allora alla profondissima ironia di Palpatine: “Ha salvato altri, salvi se stesso”. È una frase del Vangelo di Luca al capitolo 23 versetto 36. Fra Darth Plagueis e Cristo si instaura un rapporto: quale sia, è difficile districarlo. Ciò nonostante vi sono numerose citazioni evangeliche sulle labbra dei Sith che, essendo i cattivi, suggeriscono una vena polemica, forse un’accusa al cristianesimo da parte di Lucas. Ma questa è solo un’ipotesi. Con la Risurrezione i cristiani si rivelano tutt’altro che rassegnati alla morte, molto più vicini alla domanda di Anakin che alla risposta Jedi. Un sapiente dei primi secoli scrisse: “Era necessario che si trovasse un’altra forma di esistenza che non cominciasse dalla corruzione né finisse nella corruzione, ma conducesse alla vita immortale colui che era nato, affinché, come la creatura nata da una generazione mortale era necessariamente mortale, così chi nasceva da una nascita che non comportava corruzione, trionfasse sulla corruzione della morte” [San Gregorio di Nissa, Grande Discorso Catechetico XXXIII, trad. it.di Maria Benedetta Artioli, esd, Bologna 2016, p. 313].

In una sola parola? Il Battesimo, il compendio di tutta la salvezza: quel sacramento in cui siamo immersi nella Morte di Cristo e risorgiamo alla Sua Vita Nuova. Non è solo una vita biologica, la quale ci sarà promessa in futuro, ma qualcosa di più radicale, che ci fa essere autenticamente vivi ogni giorno, nonostante il tempo dissipi tutto. Il Battesimo ci comunica la Grazia che potremmo dire l’Energia di Dio: niente a che vedere con le ‘saette’ dei Sith o la ‘spinta della Forza’ dei Jedi, è una forza invisibile ed immensa, come la brezza di Elia (Cfr. 1 R3 12-13), che agisce nel silenzio, che trasfigura senza far rumore e che rende un uomo figlio di Dio.

Leggi gli altri articoli su Star Wars: Io sono Sith (prima parte), Un filo rosso sangue (seconda parte).

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Chi sono? In verità non ne so molto più di voi. Del resto, vivo anche per scoprirlo. Ma giustamente chi legge questo genere di presentazioni, si attende una sfagiolata di dati anagrafici. Essia! Sono nato all’Ospedale Maggiore di Bologna quel glorioso 9 settembre del 1994 (glorioso per ovvie ragioni). Chi non mi ha mai veduto senza barba, ipotizza che mi trassero dal ventre di mia madre proprio tirandomi dalla barba… inquietante, ma non smentirò questa leggenda. Frattanto in questi 25 anni di vita ho frequentato il liceo scientifico Malpighi, mi sono appassionato a Tolkien, alla Filosofia, alla Poesia medioevale e novecentesca, infine alla cinematografia, su cui amo diffondermi in raccolte meditazioni crepuscolari. Cosa ho compreso saldamente? Ad una sola vita, un solo modo per viverla. Per questo appena conseguita la maggiore età, ho fatto domanda di entrare nell’Ordine dei Frati Predicatori. Attualmente mi nutro di studi di San Tommaso, di spiritualità e di metafisica (sto affrontando un densissimo filosofo Polacco, Przywara … la pronunciabilità del nome è direttamente proporzionale alla sua chiarezza). Per contattare l'autore: fr.pietro@osservatoredomenicano.it

2 Commenti

  1. Articolo molto interessante e lo dico sia da credente (sono laureata in teologia) che da fan di Star Wars da oltre 30 anni. Ho amato molto i riferimenti biblici e il modo in cui li avete legati alla saga. Mi permetto di far notare due cose.
    Primo: Lucas stesso definisce Palpatine il diavolo e paragona la caduta di Anakin alla dannazione di Faust.
    Secondo: anche i nomi dei personaggi positivi hanno un significato preciso. Luke e Leia significano Splendente di Luce, Anakin “colui che può rendere possibile l’impossibile”, Obi-Wan “cuore di tenebra che conosce la verità del cuore” (fu “battezzato” da Coppola, amico di Lucas), Padmé ha un significato simile a quello dei nomi dei figli. Darth Vader significa Padre oscuro ;).
    Un caro saluto e complimenti per il sito!

    • Grazie di cuore per la stima che ci ha manifestato e anche per la chiavi di lettura che ci ha dato: sapevo del fatto che tutti i nomi di Star Wars fossero parlanti, benché, non conoscendo le lingue orientali, non sono mai riuscito a comprendere quelli dei personaggi positivi, a differenza di quelli negativi che sono di origine o germanica o sassone o latina. Non sapevo, invece, di questa dichiarazione di Lucas che apre alcune scorci di lettura interessanti e me ne conferma altrettanti, sia per il nesso con Faust, sia per il nesso col ‘diavolo’. Questo dice la profondità con cui si può leggere l’intera saga. In ogni caso bisognerebbe ora solamente capire cosa Lucas intenda con la parola “diavolo”.

      Ancora grazie per la stima e per i consigli
      Continui a seguirci!