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La tradizione, fra le promesse fatte dalla Madonna ad Alain de la Roche, ci parla del Rosario come strumento efficace per abbreviare la purificazione delle Anime del Purgatorio… Ma concretamente cos’è il Purgatorio? La Chiesa ci insegna, attraverso la riflessione teologica corroborata da diverse rivelazioni mistiche avvenute nei secoli, che il Purgatorio è uno stato in cui le Anime di coloro che sono trapassati in Amicizia con Dio ma ancora con veniale attaccamento al peccato si purificano, nella speranza che al termine di questa purificazione esse possano trovare il pieno compimento della Vita umana, ovvero la visione beatifica di Dio.

Si differenzia dall’Inferno in quanto le pene comminate nel Purgatorio non sono pene di dannazione, in quanto in esse la Trinità esercita la sua Carità infinita con la quale vuole rendere l’Uomo partecipe della sua Gloria e del Sommo Bene. Come dunque associare il Rosario a questo? Basta la romantica ed edificante immagine della Madonna che tira fuori queste anime dal Purgatorio? Sicuramente è un’immagine molto bella e devota, ma credo che vi sia sotto qualcosa di più profondo.

L’Uomo viene elevato al vertice del creato proprio per il fatto che è deiforme, una somiglianza con Dio attualmente deturpata dal peccato. Noi possiamo ritrovare la Deità perduta innanzitutto con la vita sacramentale, i sacramenti sono strumenti essenziali per poterci innestare nella Vita in Dio e con Dio. Ma possiamo anche esercitare la contemplazione, ovvero non una semplice visione ma una visione che assume una certa solidità nel nostro spirito, che nel Rosario trova una eccellente applicazione.

Nel Rosario a essere contemplati sono la Vita di Cristo e il suo Mistero, nel quale l’Uomo ritrova la sua dignità perduta vista con gli occhi di Maria punto di congiunzione fra l’umanità e il Verbo che s’incarna, in lei si concretizza il piano di Dio nella generazione umana del Verbo. Attraverso la contemplazione della Vita Divina proposta dal Rosario l’anima ritrova la sua Deità e si purifica, nel contemplare riattualizza e rivive in maniera orante e mistica il Mistero delle Redenzione umana. In questo modo la Comunione dei Santi che ci permettere di poter pregare per le Anime purganti si rafforza ed esse attraverso la nostra preghiera e contemplazione vengono ristorate e rese più vicine alla Grazia di Dio alla quale tendono e anelano.

Dunque alla luce di questo possiamo, con il Beato Bartolo Longo, proclamare il Rosario catena che ci rannoda a Dio e vincolo che tiene uniti agli Angeli. Preghiamo Maria Santissima rifugio dei peccatori e consolatrice dei mesti, affinché attraverso la preghiera del Santo Rosario i nostri fratelli defunti possano arrivare alla beatitudine e che noi stessi che ancora viviamo la nostra Vita terrena possiamo essere sostenuti nei “piccoli purgatori” quotidiani che purificano i nostri Cuori e li rendono più simili a quello di Dio.

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Forgiato dalla salsedine del Mar jonio e dal crepitio dei gusci delle cozze e non ultimo da un pizzico di polvere d'acciaio della nativa Taranto, viene Chiamato dal Maestro anche lui in riva al mare come un suo famoso santo omonimo. Sceglie di mettersi al servizio di Cristo nell'ordine Domenicano testa e soprattutto spalle (che quelle sin buone sicure!).