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Una delle promesse che la Madonna fa al beato Alano della Rupe recita così: I veri devoti del mio Rosario non moriranno senza i Sacramenti della Chiesa. Questa promessa non considera le grazie ricevute in vita o la gloria di cui godremo in cielo cogli angeli, ma si sofferma sull’ora della morte, sul passaggio alla Vita Eterna e lo fa legando i sacramenti alla recita del rosario. Cosa lega i sacramenti, amministrati dalla Chiesa, alla devozione mariana del rosario? Perché la promessa riguarda il momento della morte?

Diciamo subito che ciò che unisce questi elementi è ciò che costituisce la grandezza di Maria, ossia la sua maternità divina. Da qui è spontaneo richiamare il parallelismo tra la maternità di Maria, che ha generato il Figlio di Dio, e la maternità della Chiesa, che nel battesimo genera figli di Dio. Ora, da questa considerazione possiamo trarre delle conseguenze che ci toccano personalmente, poiché è tipico di una madre aver cura dei figli e proteggerli. Come penso che tutti noi abbiamo sperimentato la protezione Maria, così la Chiesa, fin dalla nascita, ci protegge e ci nutre per mezzo dei sacramenti.

Allora non stupisce il legame tra la morte e la corona della Vergine: per cinquanta volte ripetiamo adesso e nell’ora della nostra morte, un’invocazione che i fedeli ripetono dagli albori della Chiesa. Anche qui l’associazione nasce spontanea: la Madonna intercede per noi nell’ora della nostra morte, così come la Chiesa, nei suoi sacerdoti, ci assiste prima di presentarci al Padre.

Si chiarisce allora quanto ho detto all’inizio: per aver dato la carne al Figlio di Dio la beata Vergine è indissolubilmente legata ai sacramenti. Questo concetto lo troviamo espresso con chiarezza nel vangelo di Giovanni: nel racconto della Passione l’evangelista ricorda che la Madonna era ai piedi della croce quando dal fianco di Gesù sgorgò sangue ed acqua, segni dell’eucaristia e del battesimo.

Dunque, col rosario meditiamo i misteri di Cristo, origine dei sacramenti e ci conformiamo a Lui. Conformandoci a Cristo possiamo dirci figli di Maria. Da questa figliolanza comprendiamo la sollecitudine della Madre di Dio per la Chiesa, in particolare in questi ultimi due secoli e soprattutto cent’anni fa a Fatima, dove, non a caso, si è presentata come Regina del Rosario. Questa sollecitudine si manifesta nella promessa fatta al beato Alano: Dio Padre non lascia i suoi figli, in punto di morte, privi di quei sacramenti che ci comunicano ciò che abbiamo contemplato in vita.

Allora possiamo dire che sarebbe da stolti trascurare la pratica del rosario poiché, anche se non è un atto liturgico, la meditazione dei misteri della vita di Cristo c’inserisce nel mistero di grazia che riceviamo nell’eucaristia.

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Fra Paolo Peruzzi, nato a Verona nel 1990, diplomatosi al liceo classico, nel settembre 2016 ha emesso la professione semplice nell'Ordine dei frati predicatori. Attualmente studia Teologia, dopo aver ottenuto il baccellierato in Filosofia presso lo Studio filosofico domenicano di Bologna. Per contattare l'autore: fr.paolo@osservatoredomenicano.it