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Cosa vuol dire oggi essere religiosi di clausura? Cosa significa oggi vivere così, completamente contro corrente, rispetto a quanto il nostro tempo ci suggerisce? Approfittando di una sua visita al nostro convento, ne abbiamo parlato con Suor Vincenza Panza op, priora del monastero di Azzano San Paolo, che ci racconta anche l’attualità di un carisma di 800 anni.

Cosa vuol dire, oggi, essere una monaca domenicana?

Suor Vincenza Panza op
Suor Vincenza Panza op

La Chiesa chiede ai contemplativi di vivere la ricchezza delle proprie tradizioni e carismi.  La nostra vita di monache domenicane è sempre stata segnata dalla missione dell’Ordine: l’amore alla Verità ricercata nella Parola di Dio, studiata, vissuta e annunciata a tutti gli uomini.

Noi, oggi, come sempre, portiamo nel nostro cuore il grido di Domenico: “Mio Dio, che ne sarà dei peccatori?”  È la compassione per l’uomo che rende la nostra vita contemplativa attuale; essere in ascolto di ciò che accade nella vita delle persone è un percepire Dio, la sua presenza accanto a noi e implorare da Lui pace e giustizia.

Spesso, la prima cosa che ci viene in mente è l’idea di rinuncia e di abbandono; la vita delle monache è solo rinuncia?

La parola rinuncia non piace a nessuno, tuttavia, l’ha usata anche Gesù nel Vangelo: “Chi non rinuncia a tutti i suoi averi… Chi non rinuncia a se stesso…”. Questo è per tutti i cristiani.  Per chi lo segue più da vicino vale la risposta che Gesù ha dato alla domanda di Pietro: “Noi che abbiamo lasciato tutto, che cosa riceveremo?”  “Cento volte tanto e la vita eterna!”

Ma la vita consacrata non è fondata solo sulla rinuncia, ci mancherebbe!  Non starebbe in piedi un solo giorno. Dio ci consacra a sé nel Figlio suo, Gesù Cristo, per essere suoi collaboratori nella grazia dello Spirito Santo, per la salvezza di tutti gli uomini.  Che la rinuncia, poi, sia conseguenza di questo tesoro di grazia, è inevitabile; siamo liberi di accoglierlo o no. Nel Vangelo leggiamo la parabola del mercante che ha trovato la perla preziosa: va vende tutto quanto ha e compra quella perla.  Vende tutto quanto ha, rinuncia a tutto.   Penso alla nostra vocazione, a quando abbiamo sentito e accolto l’invito di Gesù a seguirlo; è stato un momento irripetibile; una esperienza bellissima che è rimasta indelebile nel nostro cuore.

Lungo il cammino della vita, possono, come dice Gesù, “soffiare i venti, straripare i fiumi”, ma nulla offusca quell’incontro tra Dio e la nostra fragile umanità. Il progetto di Dio sulla vita di ciascuno di noi è immensamente più grande e vale, appunto, qualche rinuncia e non solo…

Leggi la seconda parte di questa intervista.

Il sito delle monache di Azzano San Paolo: https://www.domenicaneazzano.org/

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Frate domenicano, appassionato di San Tommaso e San Paolo e di troppe altre cose. Serio ma non troppo. Mi piacciono i libri, i gatti e imparare da quelli che sanno più di me. Per contattare l'autore: fr.giovanni@osservatoredomenicano.it