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La forma del tortino

Stupisce, ma è così: la Quaresima, tempo di penitenza e austerità, il tempo in cui tutti rinunciano ai dolci, ha la sua perfetta sintesi proprio in un dessert: il tortino al cioccolato dal cuore morbido! Ma se ci si fa caso è proprio così. I temi fondamentali di questo periodo forte sono: preghiera, elemosina e digiuno. Tuttavia l’atteggiamento fondamentale di questi tre pilastri ci è suggerito dal Vangelo del Mercoledì delle Ceneri: quello del segreto.

Tutto quello che il Signore ci invita a fare, chiede venga vissuto nel segreto. Con la parola segreto non si vuole significare nulla di negativo, di malfatto, di oscuro, bensì qualcosa di intimo, di interno, di nascosto senza, però, di alcuna malizia; al contrario scende fino a toccare la profondità di ciascuno in quel silenzio che solo Dio sa colmare, perché “Dio conosce i segreti del cuore“(Sal 43,22). Come ci rivela il passo biblico, il segreto ha un suo luogo naturale: il cuore. Agire segretamente, significa raccogliersi nel proprio cuore.

Guardiamo il Vangeli quaresimali, nella terza e quarta domenica abbiamo prima la Trasfigurazione sul Tabor, dove Gesù sceglie tre dei suoi per portali in disparte su un monte, offrendo loro un anticipo di paradiso. Poi abbiamo la samaritana al pozzo. Qui l’episodio inizia quasi in maniera banale: vi è un dialogo tra la donna e Gesù, che giunge fino alla scoperta di un’acqua viva. Anche questa è segno di Paradiso, in quanto porta una soddisfazione al cuore, quella completezza di cui abbiamo sete quando avvertiamo che dentro di noi manca qualcosa.

Proprio qui volevo arrivare. Credo che la sintesi della dolce esperienza di queste due tappe sia tutta compendiata nel tortino al cioccolato con cuore morbido. La sua forma e il suo colore bruno ci ricordano il profilo di un monte, proprio come nella Trasfigurazione, richiamandoci a quel dolce obbligo dell’incontro silenzioso e nascosto con il Signore, sorgente da cui diventare poi, annunciatori della bellezza sperimentata in cima. Ma se lo capovolgessimo? Diventa un pozzo, da cui attingere, a cui sostare, a cui ristorarsi. Anche il pozzo così, diventa luogo di incontro: lo sperimenta la samaritana quando in Cristo trova e attinge l’acqua che cambia la sua vita.

Da monte a pozzo… questo capovolgimento di prospettive non deve stupirci, è la logica di Dio: la massima altezza coincide con la massima intimità dell’Altissimo.  Così Egli è sopra di noi e insieme dentro di noi. Ci porta così a trascenderci rientrando in noi stessi e continuando a stupirci in un perenne capovolgimento di prospettive.

La struttura del tortino

Monte e pozzo… non sono solamente due opposti visivi nello spazio, ma hanno qualcosa in comune: entrambi sono associati all’idea di sorgente. Qualcosa che stilla e sgorga fra le pietre o ripide e montuose o incavate nella terra. Sorgente e pietra, morbidezza e durezza. Ecco il secondo passaggio: il vangelo delle tentazioni della terza domenica di Quaresima ci richiama alla fragilità strutturale dell’uomo, la quale è stata vissuta da Cristo in persona. La fragilità può essere corporale, come ci manifesta il Signore “alla fine ebbe fame“(Mt. 4,2). Ma anche spirituale, nella sfiducia verso Dio, che cerca sempre prove (seconda tentazione); ma soprattutto nell’orgoglio che ha la sua piena manifestazione nella sete di potere. Perché? Con essa arriviamo a illuderci di salvarci da soli perché potenti. Ma nessuno può farlo: sarebbe come sollevare la sedia si cui si sta seduti senza alzarsi. Questa durezza interiore è il segno più forte della nostra fragilità: noi abbiamo un cuore duro, che chiude gl’occhi di fronte alla propria miseria, che non si lascia perdonare. E così siamo accondiscendenti con le tentazioni: cedevoli all’esterno, freddi all’interno. Il contrario del tortino.

Bisogna convertirsi. La conversione ha un solo inizio: riconoscersi deboli come il cieco nato che guarito dice: “«Signore, io credo». E l’adorò” (Gv 9, 38). Dobbiamo aprire gl’occhi sulla nostra fragilità e supplicare Cristo di salvarci. Allora avviene il miracolo che, nel Vangelo della IV Domenica di Quaresima, viene descritto come una nuova creazione: Cristo ripete gli stessi gesti presenti nella Genesi: “Sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco“(Gv. 9,6). Il risultato è una trasformazione del cuore: “Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne” (Ez 36, 26).

Questo cuore è il ripieno della vita e una vita piena, esattamente come il tenero cioccolato riempie il tortino, dandogli il suo gusto inconfondibile. Ma non basta, è necessario vivere integralmente. Se crediamo davvero che il Signore ci ha fatti creature nuove, dobbiamo custodire questa novità. Bisogna essere forti, virtuosi. Come per il tortino al cioccolato, perché si dia un nucleo morbido, vi deve essere un involucro solido che lo contenga. Altrimenti il suo cuore viene versato e va disperso.

Una vita integrale, però, non è mai solitaria, non è chiusa nell’isolamento. Se la nostra virtù ci divide dal prossimo, ci chiude in noi stessi, allora non è cambiato nulla: il nostro cuore è ancora indurito. Ciò vuol dire che qualcosa non ha funzionato ed il problema non è difetto del forno! Vogliamo una “cartina torna sole” dell’intenerimento del nostro cuore? Ce la dona, in una magnifica immagine, il Vangelo della V Domenica di Quaresima: il Signore davanti alla tomba di Lazzaro “si commosse profondamente” (Gv 11,33). La commozione è il momento in cui due persone sono come una soltanto nell’atto di vivere una medesima esperienza o di gioia o di dolore. Anche questo in un qual modo è compendiato nel nostro tortino: un buon dolce ha sapore quando lo si scucchiaia in compagnia… fra amici.

Alla fine di tutti i fioretti quaresimali, allora, fatevi tentare e….. buon appetito!

Procedimento

  1. Fate fondere a bagnomaria il cioccolato fondente spezzettato, lo zucchero e il burro. Imburrate e infarinate molto bene 8 stampini monoporzione in alluminio, ricopriteli uniformemente per evitare che si rompano quanto togliete dalla forma.
  2. Fate intiepidire il composto al cioccolato. Incorporate le uova, uno alla volta, mescolando bene dopo ogni aggiunta.
  3. Aggiungete la farina setacciata tutta insieme e mescolate con una frusta. Versate il composto all’interno degli stampi imburrati aiutandovi con un mestolo. Coprite i tortini con la pellicola trasparente e fateli riposare in freezer per 4 ore, prima di infornare. Cuocete nel forno già caldo a 220° (modalità statica) per 19 minuti.
  4. Sfornate, capovolgete gli stampini sui piatti da portata, spolverizzateli con dello zucchero a velo e serviteli. Il tortino al cioccolato con cuore morbido è pronto!
Ingredienti: 
- 200gr di cioccolato fondente;
- 200gr di burro;
- 160gr di zucchero semolato extrafino;
- 4 uova;
- 40gr di farina 00;
- zucchero a velo.

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